mercoledì 16 aprile 2008

MANDATI PER ACCOGLIERE

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!

Il 17 aprile, il calendario carmelitano riporta per tutti noi, la ricorrenza del beato Battista Spagnoli detto il Mantovano, chiamato anche il Virgilio cristiano per gli innumerevoli versi latini ed opere in prosa (vedi http://www.poetiditalia.it/poetiditalia/frames6.jsp).
In questa ricorrenza la Parola di Dio ci invita ad assaporare la cultura come bellezza della vita e dono di Dio.
Nella Parola che ascoltiamo, Gesù introduce questa volta il suo discorso con una espressione particolare, piena di valore: "in verità" (vedi Gv 13,16-20).
L'argomento che tratta Gesù è l'accoglienza. Accogliere è ben più che ricevere. Fa pensare al mistero della terra che, se è buona, accoglie il seme che darà frutto; al grembo della donna che accoglie la vita inseminata in lei. E con che cura, con che amore è chiamata ad accoglierla! Ognuno di noi, se è credente, è anche un mandato. Non parole mie ma di Gesù: "andate, io vi mando come agnelli tra i lupi" (Lc 10,3); "andate ed evangelizzate" (Mc 16, 15).
Siamo gente mandata per essere accolta e gente chiamata ad accogliere. Questo significa "servire". Non siamo chiamati a fare corse per possedere, ma a vivere la logica del dono con gioia. La gioia infatti non sta nel dominare ma nel servire, umilmente chini ai piedi di una comunità di fratelli, poiché "chi vuol essere grande si farà servitore, e chi vuol essere il primo sarà il servo di tutti" (Cfr. Mc 10,43-44).
Molte volte la nostra vita ci sembra assurda, piena di contraddizioni, di dolore. Eppure quando abbiamo il coraggio di guardare dentro la nostra vita, abbiamo la possibilità di vedere che dietro tanti avvenimenti e tante persone vi è un disegno di amore da scoprire, accogliere, vivere.
"L’amore ci da la possibilità di conoscere l’altro, di accoglierlo nella nostra vita e di far nascere insieme con lui qualcosa di nuovo. Il rispetto e l’accoglienza, il dialogo costante e la pazienza costituiscono il presupposto di ogni relazione interpersonale vera dalla quale scaturiscono amore, preghiera e servizio reciproci" (p. Luigi Ferlauto).
Preghiamo così: Converti il mio cuore, o Dio, alla bellezza della beatitudine che gemma nell'interiorità profonda ogni qualvolta l'amore sussurra esigente l'imperativo del servizio.