Il Vangelo odierno (vedi Mc 8,14-21) ci dice che le e preoccupazioni terrene spesso ci impediscono di comprendere il messaggio di Cristo. Infatti, se il Vangelo ci ha narrato come la durezza di cuore dei farisei mette alla prova Gesù, ci sta anche un secondo rischio e quello siamo noi che definendoci cristiani, battezzati, etc. siamo tra quelli che non comprendono il Vangelo. Infatti Gesù ci ammonisce: “Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!”. Ma loro non capivano le parole di Gesù. Pensavano che lui parlasse così perché avevano dimenticato di comprare il pane. Gesù dice una cosa e loro ne capiscono un’altra.
Questo ‘scontro’ era il risultato dell’influsso insidioso del “lievito dei farisei” nella testa e nella vita dei discepoli. Il loro cuore è indurito fin dal giorno della moltiplicazione dei pani (6,52); essi non hanno capito nulla dell'opera messianica di Gesù né hanno compreso il mistero della sua personalità mentre egli camminava sulle onde del lago. Tuttavia Gesù non abbandona nemmeno ora i suoi discepoli, ma cerca di portarli a riflettere e a capire.
Gesù parla loro del lievito da cui guardarsi, dell'atteggiamento cioè dei farisei che può insinuarsi anche nella comunità e di quello di Erode che vede in Gesù un avversario, in Dio un concorrente; e loro, gli apostoli, in maniera incredibilmente ottusa, cominciano a dissertare sulla loro merenda. I discepoli devono stare attenti a non lasciarsi contagiare dalla mentalità dei farisei e di Erode. Gesù vuole che stiano lontani da questi due partiti: da quello dei farisei, la cui religione è più esteriore che profonda; da quello di Erode che è totalmente preso dalle cose del mondo e della politica.
Succede, alle volte, nelle nostre comunità di ingrandire a dismisura i problemi piccoli e piccolissimi per non vedere invece quelli grandi e ingombranti, chiudere il recinto del piccolo gregge per paura del confronto col mondo esterno.
"Avete il cuore indurito?". La diagnosi di Gesù si concentra essenzialmente su una malattia: la durezza di cuore. Il cuore, nel linguaggio biblico, indica non tanto la sede della vita affettiva, quanto la fonte dei pensieri e della comprensione. Qui viene denunciata la mancanza d'intelligenza, l'incapacità di vedere la portata messianica di ciò che sta accadendo: è l'accecamento dello spirito. I discepoli sono duri di cuore perché non hanno l'intelligenza per capire chi è Gesù: e questa intelligenza si identifica, di fatto, con la fede.
Chiediamo davvero al Signore di renderci liberi dalle incomprensioni, di non ripiegarci su noi stessi, se egli ci chiama a capire in profondità ciò che accade a noi e alla storia, chiediamogli di scuotere e provocare le nostre comunità quando perdono mordente e profezia e chiediamone il perdono.