domenica 29 novembre 2009

30 Novembre Sant'Andrea

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Oggi celebriamo la festa dell'Apostolo Andrea, fratello di Simon Pietro e amico di Giovanni e di Giacomo. Il Vangelo ci narra come Andrea ha ascoltato la parola di Dio che gli era rivolta: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono" (vedi Mt 4,18-22).
Tutto parte da uno sguardo ("vide") e da una Parola ("Seguitemi!") che è una cosa sola con quello sguardo colmo d'amore, dunque penetrante fino alle radici della persona di Andrea, di Simon Pietro suo fratello e dei suoi amici Giovanni e Giacomo.
Abbiamo qui una adesione pronta, ubbidiente e radicale alla Parola di Gesù che nasce dalla fede. Questo ha permesso agli Apostoli di diffondere la parola, la "buona notizia" della salvezza.In questi pescatori abbiamo un cuore in ascolto e quell'abbandonare le reti che rappresentano, in un certo senso, il meglio di quello che avevano.
In questo tratto descrittivo di questi uomini noi possiamo cogliere come la fede viene dall'ascolto e ciò che si ascolta è la parola di Cristo, che anche oggi la Chiesa diffonde fino alle estremità della terra. Si tratta allora di avere il cuore in ascolto della parola di Gesù. "Se volete conoscere e accogliere veramente la Parola di Dio, affrettatevi, come prima cosa, ad acquistare un'incrollabile umiltà di cuore" (Giovanni Cassiano).
La Parola è anche rimedio. L'autore della Lettera agli Ebrei la descrive come "spada affilata". Sì, è esigente la Parola. Sembra farci male quando penetra in noi mettendo a nudo il nostro egoismo e il nostro orgoglio che si annida nel cuore. Ma è liberatrice, additandoci tra l'altro quali sono le "reti" da cui distaccarci.
La Parola è anche seme di vita nuova, di comunicazione vera con Dio e tra noi. Siamo dunque sollecitati ad ascoltare la parola, ad accoglierla nel cuore. Essa è un rimedio salutare. Una parola esigente, ed è questo il motivo per cui facilmente vorremmo chiudere le orecchie a Dio che ci parla: capiamo che l'ascolto avrà delle conseguenze. Dobbiamo pensare che la parola di Dio è davvero un rimedio, che se qualche volta ci fa soffrire è per il nostro bene, per prepararci a ricevere i doni del Signore. Camminiamo allora in questo periodo di Avvento facendoci plasmare dalla Parola. Lasciamo che l'amore che ne promana ci raggiunga perchè sia medicina nel corpo e nello spirito e sull'esempio dell'apostolo Andrea, possiamo essere testimoni, circa le scelte che ogni giorno ci si presentano.