giovedì 3 dicembre 2009

Venerdì della I settimana di Avvento

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!




Gesù, uscito dalla casa del capo della sinagoga, venne seguito da due ciechi che gli rivolgono una preghiera semplice: "Abbi pietà di noi!".
Osservando i vangeli, quest'espressione ritorna. Motivo di questo ripetersi è perchè tutti abbiamo bisogno della presenza di Dio, della sua salvezza (cfr. Is 40). E' un invito ad essere mendicanti di Dio, a chiedere noi stessi elemosina a Dio.
Nel vangelo odierno (vedi vangelo del giorno), la guarigione dei due ciechi è concessa grazie alla loro fede in Gesù, Messia figlio di Davide e tutto il popolo aspettava soprattutto aiuto e salvezza. Sembra che l'evangelista Matteo inserisca questa particolarità dei due ciechi, quasi a ricordare questo compito di Gesù.
Guardando ai nostri giorni. Quante volte chiediamo a Dio un intervento, una guarigione, un aiuto in un momento difficile di un rapporto affettivo, quante volte chi chiede ha una fede fragile, un po' – diciamo – opportunista, che si rivolge a Dio solo nel momento del bisogno... Cos'è, allora, il miracolo? Un intervento di Dio per sanare una situazione errata che – in fondo in fondo – è causa sua? Un corrompere benevolmente un Dio onnipotente distratto e insensibile? Perché, dunque, assistiamo a così pochi miracoli? Perché troppe volte la nostra preghiera non viene esaudita? Il Dio a cui ci rivolgiamo è un Dio compassionevole, che sa ciò di cui abbiamo bisogno: non ci stiamo rivolgendo a un despota da corrompere, ma ad un Padre che, a un figlio che gli chiede del pane, non gli dà certo una serpe! Se Dio non ci esaudisce è forse perché ciò che noi reputiamo essere nostro assoluto bisogno, non è la principale cosa di cui veramente necessitiamo.
Qui, come in tanti altri racconti di miracoli, la fede si esprime nella preghiera e il miracolo viene concesso come risposta alla preghiera fatta con fede. Il severo ammonimento dato da Gesù ai due ciechi guariti: "Badate che nessuno lo sappia!" doveva servire per evitare un'errata presentazione dell'identità del Cristo: egli non è solo il figlio di Davide, ma è anche il Figlio di Dio; non è venuto per instaurare il regno di Israele, ma il regno dei cieli.
Ma alle volte viene spontanea la domanda: "perchè non vengo esaudito? io prego... prego". Il miracolo nel Vangelo riveste un'importanza relativa, funzionale: è un segno che ci svela la presenza del Regno, un cartello indicatore indirizzato verso un'altra dimensione. Il rischio è fermarsi al miracolo: l'importante è che io sia esaudito, poi chi mi esaudisce non importa.
Attenzione però a non essere più ciechi dei ciechi del Vangelo di oggi, ivere tutta la giornata attendendo il miracolo, come se la nostra vita dipendesse da esso!!! La bellezza, la generosità, la libertà che riempie il nostro cuore, il più grande dei miracoli è accorgersi del Dio che viene.
Nel silenzio del nostro cuore incontriamo Gesù. Preghiamo così: Guarisci la nostra incredulità, Signore, guarisci la nostra poca fede, la nostra bramosia di vederci esauditi senza metterci in gioco, la nostra superficialità che non vede un Padre che ci ama, ma un potente da convincere. Marana thà, vieni Signore Gesù!