domenica 22 ottobre 2017

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno A)

Rendete a Cesare quel che è di Cesare, rendete a Dio quel che è di Dio.

Quest'espressione abbiamo incontrato (o incontreremo) nel vangelo odierno, in questa domenica autunnale. Una espressione di un facile pensiero che riporta a tasse e messe. Ma è proprio così?
Sì, certo un principio può essere questo ma è blando. Perché non fa vivere una sana società. Gesù non dice che non bisogna vivere le leggi, di non pagare le tasse, ma di essere capaci di vivere le leggi in una maniera civile.
Diversamente, per ciò che riguarda Dio c'è una domanda di base da porsi: che tipo di cristiano sono? Sono di cernita? nel senso che vivo facendo cernita dei ceti sociali, se sorridere o no a questa o quella persona? Si potrebbe continuare all'infinito.
San Paolo ci ricorda in quei momenti particolari quando la gente faceva la cernita: io sono di Apollo, io sono di Paolo... Egli disse che il cristiano è di Cristo e Cristo è di Dio.
Il battesimo che abbiamo ricevuto ci ricorda la stessa cosa: apparteniamo a Dio. Infatti, il battesimo ci ricorda che siamo dei consacrati.
Allora cosa rendere a Dio? La messa, quel poco che stiamo in chiesa puntando il cronometro? Credo proprio di no!!!
Il cristiano è colui che rende la propria esistenza a Dio e non una parte della vita. E' una persona capace di fare una oblazione gradita a Dio, fino al suo ultimo respiro così come fece Gesù, sulla croce: ed emise lo spirito.
Fermiamoci allora a capire di che natura siamo e viviamo secondo Dio.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!

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immagine, fonte: http://www.lachiesa.it/