sabato 6 ottobre 2018

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

ALL’INIZIO DIO LI CREÒ MASCHIO E FEMMINA


Continua il cammino di Gesù verso Gerusalemme e lungo la via non mancano i suoi insegnamenti. 
Questa volta il viaggio è interrotto da una discussione con i farisei circa la famiglia e l'accoglienza verso gli ultimi impersonificati dai bambini.
Un problema alquanto attuale, con un nuovo Mosè e con nuovi farisei. Un brano evangelico che continua a scandalizzarci ma che entra subito nel contesto dell'amore e nell'accoglienza degli ultimi, dei piccoli.
Nella vita odierna ci sono tanti scandali e tanti disordini dentro e fuori di noi. Sopratutto dentro di noi. Ogni volta che alziamo lo sguardo verso l'altro per criticare il suo disordine, il suo scandalo, dimentichiamo che anche dentro di noi c'è un disordine, c'è uno scandalo, forse in maniera del tutto diversa ma è così.
Allora Gesù con il suo insegnamento vuole ricordarci lo scandalo dell'amore. San Paolo ricorda che la Parola di Dio è scandalo: “La parola della Croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio... è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani” (1 Cor 1,18-23).
Questo scandalo di cui Paolo cerca di spiegare e che Gesù, sopratutto lui, con tanta fatica ha ribadito non è altro che l'amore sconfinato di Dio, lo stesso amore che era fin dal principio e non vi altro e che i nuovi farisei cercano ancora di ostacolare. 
Ora parlare di divorzio, di adulterio non è altro che tradire l'amore, la coppia; la famiglia è capace nella sua fragilità tradire questo amore originario riposto in Dio.
Ancora oggi l'uomo è chiamato a vivere il suo matrimonio non come un contratto, ma come "un aiuto corrispondente a lui": una persona da amare e non qualcosa di cui semplicemente servirsi. Oggi non guardiamo a questo aspetto. I giovani che si sposano con questa coscienza sono meno di pochi, perché si vive la cultura del provvisorio e la paura di sbagliare.
Il matrimonio consacrato da Dio custodisce il legame tra l'uomo e la donna, lo stesso che Dio ha benedetto fin dalla creazione.
Il matrimonio cristiano è una nuova vita in Cristo. Gli sposi con i loro limiti sono chiamati a testimoniare la bellezza dell'amore che Dio ha riposto in loro affidandosi continuamente sulla “potenza di Dio” (cfr. 1 Cor 2,1-4). Trasgredire questo è trasgredire l'amore stesso di Dio.
La vocazione cristiana è vocazione all'amore e questa vocazione appartiene a tutti. Ecco perché Paolo ci ricorda che tutti siamo chiamati ad amarci come Cristo ci ha amati, "sottomessi gli uni agli altri" (Ef 5,21). Attenzione! La sottomissione è servizio e non dominio.
Da dove iniziare per vivere meglio l'amore, questo lungo sogno di Dio? Dalla semplicità. Gesù al centro mette la semplicità di un bambino. A quei tempi rifiutato, ultimo. È proprio partendo dalla semplicità che possiamo arrivare a scoprire quel divorzio che sta dentro di noi, per poi ricucire e ricongiungere e ricominciare ad amare chi il Signore ci ha messo accanto come sposo o sposa.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!

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MARIA CI CONDUCE A CRISTO

Madonna del Rosario, pittura del ‘600, Chiesa Madre di Buccino (Salerno).
Il mese di ottobre è il mese consacrato, in particolare, alla Vergine Maria del Rosario. È il mese in cui ci possiamo soffermare di più alla presenza di Dio con questa preghiera mariana-contemplativa. Sì, perché attraverso i suoi misteri contemplati con l'ascolto della Parola, i Pater, le Ave e i Gloria noi, con Maria, arriviamo a contemplare il cuore di Cristo e a chiedere quella forza necessaria per continuare a restare annodati a Dio con questa "catena dolce".
Il Papa ci invita a termine del Rosario (aggiungo io: anche durante la giornata) di recitare due preghiere. Una alla Madonna e una a San Michele perché la Chiesa non sia sempre protetta e mai divisa.

"Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta".

"San Michele Arcangelo, difendici nella lotta: si il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu, Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio, incatena nell’inferno satana e gli spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen".



immagini, fonte: https://www.la-domenica.it/xxvii-domenica-del-tempo-ordinario-2018/