mercoledì 23 gennaio 2019

Mercoledì della II settimana del tempo ordinario

OGNI UOMO È MONDO 


+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 16,14-15)
                                                                                                                                                 Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».


Siamo nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, il tema generale è: “cercate di essere veramente giusti” (Dt 16,18-20). Tema scelto da e in un mondo inquieto, arrogante dove spesso i problemi, gli antagonismi, le inimicizie e le guerre fanno solo rumore e conducono all'autodistruzione.
Il vangelo che abbiamo ascoltato fa parte di una unità letteraria più ampia (Mc 16,9-20) ed è un’autentica reliquia della prima comunità cristiana. 
Essa ci mette dinanzi il riassunto di quattro apparizioni di Gesù risorto: (1) Gesù appare a Maria Maddalena, ma i discepoli non accettano la sua testimonianza (Mc 16,9-11); (2) Gesù appare ai discepoli, ma gli altri non accettano la loro testimonianza (Mc 16,12-13); (3) Gesù appare agli Undici, critica la mancanza di fede e ordina di annunciare la Buona Novella a tutti (Mc 16,14-18); (4) Gesù ascende al cielo e continua a cooperare con i discepoli (Mc 16,19-20). Il nostro brano è racchiuso nella terza.
Anche nel brano evangelico, proposto per quest'oggi, ci sta una certa inquietudine. C’è una fatica del cuore a credere all’annuncio della Buona Novella. C’è una fatica ad accogliere Gesù risorto e nella testimonianza di chi vive già della risurrezione. Perché questa fatica a credere? Siamo ancora ai tempi di chi deve vedere e toccare per credere in Dio?
Il vangelo ci insegna almeno tre cose, tre cose che purtroppo non riusciamo a vivere ancora oggi. 1) La fede in Gesù passa attraverso la fede nelle persone che ne danno testimonianza; 2) nessuno si deve scoraggiare, quando il dubbio o l'incredulità nascono nel cuore; 3) ribattere le critiche di coloro che dicevano che il cristiano è ingenuo e accetta senza critica qualsiasi notizia, anche quella della risurrezione, così come fecero gli Undici.
Impariamo a stare alla scuola della Parola per poter vivere meglio il vangelo e dare ragione della nostra fede. 
Accogliamo l’invito del risorto: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”. Non si tratta di andare per il mondo senza sapere in quale direzione dirigere i propri passi, perché ogni uomo è mondo. Bisogna avere quel docile cuore di accogliere ogni giorno il messaggio dell’Evangelo e decidersi, nel cuore, per il santo viaggio (cfr. Sal 84).
È il cammino d’amore pieno di speranza, così come siamo: deboli, fragili, peccatori. Cristo, nel suo amore misericordioso, ci accolti a braccia aperte e a speso la sua vita, sulla croce, per ciascuno di noi. Questo stesso amore che si è riversato nei nostri cuori deve essere quella linfa che sempre ci unisce, che non guarda ciò che può dividerci ma solo l’unità.
Cercare di essere giusti è cercare di essere santi. La santità ci permette di vivere l’unità.
Oggi è "mercoledì del Carmine". Un ricordo verso la madre di Dio, Maria. Ella è stata la prima missionaria a portare Gesù al mondo «in fretta» (Lc 1,39), con la preghiera e con una gioia incontenibile per aiutare Dio a sanare il mondo.
Possiamo farlo anche noi. Andiamo alla sua scuola!


per i testi della settimana di preghiera consultare il seguente link
https://www.prounione.it/it/ecumenismo/spuc/2019-settimana-preghiera-unita-cristiani/#prayerbooklet,fb0=5