venerdì 12 aprile 2019

DOMENICA DELLE PALME (ANNO C)

UNA DOMENICA TRA GLI «OSANNA» E IL «CROCIFIGGILO»


Domenica delle Palme, Gesù entra trionfalmente in Gerusalemme e tutti pieni di gioia siamo contenti e festosi nel stendere palme e ulivi, segno di pace e di misericordia. Egli infatti viene a portare la pace, espressa dal simbolo per eccellenza della pace, secondo i testi sacri, che è il ramoscello d'ulivo, riferimento al dopo diluvio e alla purificazione della terra, dopo quaranta giorni di distruzione prodotta da una pioggia interminabile (cfr. Gen 7,1-24). 
Quaranta sono stati i giorni di preparazione alla Pasqua, identificati nel tempo quaresimale, che oggi si conclude, facendo spazio e largo alla settimana più importante di tutto l'anno liturgico, che è la Settimana Santa o Maggiore. Purtroppo non tutti siamo coscienti di questo segno! 
Celebriamo un ingresso trionfalistico, pieno di «osanna» dove riconosceremo la presenza di Dio, ma continueremo ad essere pieni di dubbi, di incertezze, di odio, di superficialità, della modernità o postmoderno... e potremmo continuare all'infinito.
Molti, oggi, si recano presso una chiesa per la benedizione del ramoscello di ulivo o della palma. Una buona percentuale vi si reca abitualmente e solo in questo giorno, per portare a casa, come un amuleto, il simbolo odierno benedetto. Solo rito che non fa bene all'anima.
Questo, però, è un giorno particolare non uno qualsiasi perché Gerusalemme è il luogo per tutti, dove tutti dovranno sperimentare cosa significa amare, dove tutti dovranno capire che per seguire Gesù bisogna passare attraverso la croce del Golgota.
Quella che iniziamo è una grande settimana: è la grande settimana dell'anno liturgico in cui si celebrano i misteri della salvezza portati a compimento da Cristo Gesù (ecco perché è santa).
Fermiamoci all'ingresso anche noi insieme a quella folla. Anche noi come allora, ripetiamo le stesse gesta. Allora chiediamoci: perché osanniamo? perché stendiamo palme o ramoscelli di ulivo? perché stendiamo mantelli? Siamo pronti a salire il Golgota e ad essere inchiodati su quella croce?
Forse non siamo pronti! Non passerà tanto tempo che dagli osanna passeremo a «crocifiggilo!». Un grido ripetuto con forza, un grido che non ammise repliche, neppure quando il governatore Pilato disse di non aver trovalo in lui nessun motivo di condanna. Un grido che non si smorzò neppure quando, dopo aver punito Gesù con la flagellazione, lo presentò ancora alla folla nella speranza di liberarlo; ma quella moltitudine di uomini, ormai presi nella spirale della violenza, gridò ancora una volta:«crocifiggilo!».
Questa è la domenica che mostra una gioia ma che nasconde chi veramente siamo. Occorre fermarsi, capire, chiedere perdono. È la domenica che ci deve far prendere carico di un impegno di vita finalizzato sempre comunque all'amore ed alla misericordia. Forse qualcuno penserà che sia sconvolgente e lo è. Non possiamo essere aridi dentro e fuori di noi. Cristo è venuto per capovolgere la nostra aridità e farci crescere docili allo Spirito Santo e non per confermare dei riti vuoti, freddi.
Lasciamoci avvolgere dalla Liturgia di questo giorno. "Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione".


Buona Settimana Santa a tutti voi!

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immagine: www.cattedralereggiocalabria.it