giovedì 30 maggio 2019

ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO C)

L'ascensione di Gesù... la mia ascensione

Celebriamo la festa dell'Ascensione del Signore Gesù. Una festa che in seno porta anche delle risonanze prese dalla devozione popolare, come il bagnarsi con l'acqua del mare o dall'acqua di una bacinella posta la vigilia sul davanzale esterno della finestra di casa.
Forse iniziare questo commento partendo dalla devozione popolare è troppo semplicistico, ma credo che essa può tornare utile per ricordarci di puntare lo sguardo verso il Cielo, non come gli uomini di Galilea (At 1,11), ma come ricerca e attesa (cfr. Col 3,1-2).
Questo sguardo verso il Cielo ci fa sentire il forte distacco. ma l'ascesa di Gesù al cielo non vuol dire che egli si sia allontanato dai discepoli, piuttosto vuole significare che Gesù ha raggiunto il Padre e si è assiso accanto a Lui nella gloria. Qui, ognuno di noi, può sperimentare fin da adesso la sua ascensione che vuol dire instaurare una relazione d'amore con il Padre in attesa di instaurarla definitivamente.Il Signore non ci lascia soli in questa ardua impresa e promette la forza vera, quella dello Spirito di amore. Ci manda lo Spirito Santo che ci trasforma e ci permette di predicare la conversione e il perdono.
Il dono dello Spirito Santo è il dono della gioia che dilata a pieni polmoni come lo fu per i primi discepoli che anzi essere tristi per la partenza del loro amore, del loro sposo e maestro: «tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio».
Questa gioia però non può restare chiusa fra quattro mura. Essere con Lui non significa aver risolto ogni problema, dubbio, paura. Tutt'altro! Rimaniamo sempre persone deboli, increduli, pieni di paura. Infatti, il Dio in cui crediamo è il Dio che affida, che accompagna, ma affida il cammino del vangelo alla fragilità della sua Chiesa.
L'Ascensione del Signore Gesù segna il tempo di una Chiesa in uscita. Infatti ci sta un amore che continua nella vita, che non si spegne perché l'amore non è mai inutile.
Allora non stiamo con il naso in su come se dovessimo scrutare gli astri. L'ascensione non è una devozione ma è vivere lo stesso amore che ebbe Cristo Gesù per noi, aprendo nuovi orizzonti, perché solo con occhi nuovi si può pensare e parlare di uscita, diversamente saremo sempre col nasino all'insù. Ora è il tempo del costruire relazioni a partire dal sogno di Dio che è la Chiesa: comunità di fratelli e sorelle radunati nella tenerezza e nella franchezza nel Vangelo.
Il Signore in questo momento ci invita a stare in città, uniti, in attesa del dono dello Spirito Santo. In questo fermarsi abbiamo una "chiave" della preghiera. La preghiera è quell'ascensore che mi porta, con tutto il mio cuore, al cuore di Dio. Lo specifica meglio la preghiera di colletta che innalziamo al Padre, in attesa di vivere della sua eterna beatitudine: "Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria".
Accogliamo allora l'invito degli angeli: smettiamola di guardare tra le nuvole cercando il barlume della gloria di Dio e vediamo questa gloria disseminata nella quotidianità di ciò che siamo e viviamo.

Buona Ascensione nel Signore a tutti voi!




immagine: www.ilcattolico.it