mercoledì 3 gennaio 2024

EPIFANIA DEL SIGNORE (ANNO B)

EPIFANIA: LA FESTA DEI CUORI RINNOVATI


Eccoci arrivati all’ultimo giorno del tempo natalizio: siamo arrivati all’Epifania! L’Epifania del Signore è una festa straordinaria che, come nel giorno di Natale, ci fa gioire, esultare perché ancora una volta annuncia che quel Bimbo di Betlemme non è un tesoro privato di qualche ceto sociale ma è di tutti.
Senza questa festa, il Natale del Signore non sarebbe completo. A Natale scopriamo di essere amati di un amore infinito del Padre. Con l’Epifania scopriamo che ciò che riceviamo in dono raggiunge tutti.
Abitualmente questa festa la associamo alla befana o ai magi. Oggi è la festa di tutti perché la manifestazione di Dio non esclude nessuno.
Il fatto che i Magi vengano dall’oriente indica questa direzione universale della salvezza donata da Cristo. Ecco perché il Vangelo è per tutti diversamente non sarebbe Vangelo. Non ci sarebbe la lieta notizia, una novità per il mondo. Non ci sarebbe quella bellezza che salva il mondo, citata da Dostoevskij nel suo romanzo l' “Idiota”, ma solo un mondo fiscale che stabilisce se sei dentro o fuori.
Oggi, quindi, l’Evangelista ci fa incontra i tre re (o più, non sappiamo) che dall'oriente vanno a Betlemme per rendere omaggio al Re dei re, a Gesù bambino. Chi sono?
L’evangelista Matteo li chiama magi da non confondere con maghi, fattucchieri, cartomanti (da questi dobbiamo stare alla larga!).
I Magi sono dei cercatori di Dio che nel segno di una stella, si mettono in viaggio. Inizialmente si muovono interiormente e poi fisicamente.
Queste persone ci rappresentano ogni qualvolta, che come loro, ci mettiamo o desideriamo metterci alla ricerca di Dio.
Questa ricerca interiore ed esteriore è mossa da una domanda: “dov’è colui che è nato?”.
Il desiderio che portiamo dentro ci fa sempre muovere fino ad arrivare all’obbiettivo e il desiderio in sé è un principio, anzi il compimento dell’obbiettivo. Gesù è nato e con la sua nascita il desiderio dei magi è realizzato perché l’avevano fatto nascere inizialmente nel loro cuore. Ma non è bastato si sono messi in cammino, volevano incontrarlo e il desiderio di incontrarlo era gioia, meraviglia.
Per incontrare il Cristo i magi hanno dovuto abbandonare qualcosa della loro vita e mettersi in viaggio per terre sconosciute. Essi sono come Abramo, chiamato da Dio, che obbedendo alla sua Parola lascia la propria terra e va senza sapere dove andava (cfr. Eb 11,8).
Questo insegna che, se all’inizio del nostro cammino di fede non ci sta Cristo, è vana la nostra ricerca di Dio. I magi l’avevano nel loro cuore, per questo si sono ritrovati uniti, in cammino, condividendo lo stesso desiderio. Si sono ritrovati ricolmi di una gioia traboccante nel vedere la stella. In loro si è realizzata una gioia moltiplicata (cfr. Is 9,2) perché hanno attinto alla fonte dell’amore di Dio che si è manifestato in quel Bambino.
Forse sarà strano che il segno della stella è notato solo dai magi e non da coloro che abitano nei dintorni. Allora è importante chiedersi: lo vediamo anche noi quel segno? Siamo mossi interiormente per incontrare il Signore? Nel nostro cuore arde questo desiderio?
Se non ci ritroviamo dentro queste domande, siamo come quell’Erode rinchiuso nella reggia delle proprie cose effimere e guai a chi vuole usurparci, guai a chi la pensa diversamente, guai a chi vuole “entrare nel mio regno”. Purtroppo, un pensiero molto diffuso e tradotto sotto varie sfumature. Il Vangelo addirittura ci dice che i primi a cui non interessa sono gli esperti della Bibbia, che conosco la nascita del Messia ma non vanno alla ricerca.
Noi dove ci collochiamo? Dalla parte degli esperti oppure dalla parte dei Magi?
Oggi possiamo rinnovare il nostro cuore e metterci dalla parte dei magi per iniziare il cammino e fare l’incontro fino al luogo del Bambino.
Una cosa particolare è che il Vangelo come meta dell’incontro non mette il luogo ma la persona. Se per Abramo la meta era un luogo per i magi invece non è così: la meta è il Bambino Gesù.
I Magi «videro il bambino con Maria, sua madre» (Mt 2,11). Entrano in quel mistero d’amore e si prostrano davanti a Lui offrendogli dei doni simbolici di cui san Gregorio magno dà anche questa spiegazione: “con l’oro viene indicata la sapienza … Coll’incenso, che si brucia in onore di Dio, si esprime la virtù della preghiera … Nella mirra poi è figurata la mortificazione della nostra carne” (San Gregorio Magno, Omelia X nel giorno dell’Epifania, par. 6)
Ecco come esprimono il loro incontro i magi ma non è bastato. Per loro occorreva tornare alla ferialità della vita iniziando da quella condizione umile in cui hanno visto il Bambino. Hanno capito che la loro vita non si è fermata in quel luogo. Hanno capito che quell’adorazione non poteva restare racchiusa dentro quattro mura ma andare oltre l’orizzonte, spinti da una ricerca permanente di Dio, spinti a cercare una nuova via, quella di Dio, con forza e coraggio, nella certezza che nessun Erode di turno possa distruggerla.
Questa festa ci insegna non solo a incontrare il Signore ma a lasciarci incontrare dal Signore; ad essere uomini e donne liberi da ogni inganno mondano, perché resi uomini e donne nuovi interiormente, capaci di avere in sé un nuovo cielo e una nuova terra, capaci di trovare nuove strade per annunciare con gioia a tutti l’amore del Padre e che si è manifestato a noi (cfr. 1Gv 1,1-2).
Questa è la festa dell’Epifania: la festa dei cuori rinnovati. Lo è anche il nostro?

Buona festa dell'Epifania a tutti voi!


 

immagine: https://escola.britannica.com.br/artigo/Epifan%C3%83%C2%ADa/413275/recursos/235210