sabato 6 gennaio 2024

BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO B)

IMMERSI DALL'AMORE PER AMARE


In questo Tempo di Natale, abbiamo vissuto una continua manifestazione del Signore in mezzo a noi.
Questa domenica celebriamo il Battesimo del Signore chiudendo il ciclo del Tempo di Natale ed anche questa celebrazione è una manifestazione divina, quella stessa manifestazione di Dio che per amore si è fatto bambino, che vuole nascere nei nostri cuori, è una manifestazione dell’annuncio di pace donato a tutti per mezzo dei pastori, dell’annuncio di una speranza di pace e d’amore che arriva ai confini della terra.
Oggi ci troviamo presso il Giordano per poter iniziare con Gesù un nuovo percorso di fede lasciandoci accompagnare, istruire, educare dalla sua Parola di vita.
Anche al Giordano troviamo persone da una ferialità segnata dalla sofferenza e dal peccato ma come i magi non rinunciano a interrogarsi, a chiedere, a cercare, a ricominciare. E si ricomincia proprio da un luogo che segna il nostro stare lontano da Dio, che segna la profondità del nostro peccato. Il Giordano che è collocato sotto il livello del mare vuole significare gli abissi della nostra miseria.
Si inizia dal basso. Le persone accorrono da più parti con una piena consapevolezza di quello che stavano per fare, consapevoli di iniziare un cammino in salita e il loro radunarsi in quella bassezza vuole indicare l’umiltà insieme all’impegno di una vita in perenne conversione.
Celebrare questa festa ci fa ricordare il nostro battesimo, il punto di partenza della nostra vita cristiana, ma ci ricorda in particolare quell’umiltà da assumere e vivere nella ferialità della vita come impegno permanente ad immergersi nella morte di Cristo.
Nell’episodio evangelico narrato da Marco, noi vediamo Gesù che accetta di fare il percorso come noi, si immerge come noi in quelle acque sporche della nostra umanità e facendosi battezzare, si avvicina alla nostra realtà umana facendosi carico di portarci verso l’amore del Padre. Gesù non aveva bisogno di immergersi, di farsi battezzare, non aveva nessun peccato da farsi perdonare ma ha voluto raggiungere quei peccatori prendendo su di sé i loro peccati e miserie.
Questo, quindi, è il momento per far emergere quelle paure che si annidano in noi: tristezze, delusioni, brutture, minacce, complessi vari, difetti fisici o morali... mettiamo nel cuore di Gesù ogni problema che ricama la nostra persona. Rivediamoci tra le braccia di Dio, come un bimbo sollevato da terra.
Ripensiamo alla nostra professione di fede quando insieme diciamo: “per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso da cielo”.
Dio è disceso facendosi bambino. Dio è disceso facendosi battezzare. Dio discende perché ci ama. “Dio ci ama e ci ama per primo” (1Gv 4,19) perché anche noi siamo, in Cristo Gesù, il suo compiacimento.
È in quest’amore che dobbiamo rispecchiarci, rivedere la nostra vita. Il Padre anche a noi ripete e continuerà a ripetere queste sue parole: “tu sei il figlio mio amato, tu sei mio compiacimento”.
Qui si realizza quanto aveva detto il profeta Isaia: l'esultanza di Dio per ciascuno di noi, la stessa esultanza che ha lo sposo per la sua sposa (cfr. Is 62,5).
Tutto questo segna qualcosa, segna un inizio, un riprendere la realtà della vita, un riconoscersi figli di Dio perché “Colui che è più forte” ci immerge in Dio. Questo è il cristiano: una persona immersa in Dio, nello Spirito Santo e fuoco, piena di calore e ricca di Dio.
Ripartire dal battesimo è il punto di partenza per riscoprire nuovamente la nostra fede.
Viviamo un’epoca la cui fede è sempre in discussione se non spenta, forse perché l’abbiamo ridotto a un ricordarsi di andare a Messa o dire le preghierine. Il battesimo ricevuto è andato nel dimenticatoio. Quella “fiamma che sempre dobbiamo alimentare” forse si è spenta. Quel seme innestato nel profondo del cuore e lasciato lì, in un angolo, senza accudirlo, senza innaffiarlo, senza farlo crescere, forse è marcio. La fede però non è ricordarsi di andare a Messa o dire le preghierine. La fede è rendere testimonianza di Dio con la propria vita. La fede è anche affidarsi.
Oggi occorre risvegliarsi, magari andando in pellegrinaggio nel luogo dove siamo stati battezzati per poter ricominciare con Dio, per rendere testimonianza con la propria vita del nostro essere cristiani.
Oggi per essere testimoni occorre ascoltare la voce del Padre e per ascoltarlo l’unica strada è ascoltare il Figlio! Forse per questo spesso ci ritroviamo sempre più insoddisfatti, che ci manca qualcosa, perché sempre di meno abbiamo tempo di ascoltare quello che Gesù vuole dirci, anche quando decidiamo di andare a Messa.
Proviamo anche a sentirci amati. Forse risponderemo anche a quei desideri inquieti di spiritualità ma solo se avremo il coraggio di guardare al nostro profondo desiderio di essere amati per quello che siamo.
I cieli per Gesù si sono squarciati perché Egli che è l’Unto di Dio sperimentasse una vicinanza unica e singolare a Dio. Qui sta tutta la coscienza di Gesù: essere più intimo al Padre per la sua missione: mostrare a tutti noi la vicinanza di Dio donando la sua vita.
Oggi, ancora una volta, Gesù, con il suo battesimo, ci dice che Dio ci è vicino e questo perché i cieli si sono squarciati anche per noi.
Sentiamoci amati, amiamoci e amiamo.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!