lunedì 14 luglio 2025

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

SCEGLIERE LA PARTE MIGLIORE


La Parola di Dio è sempre in movimento. Anche noi, in questo momento, siamo in cammino diretti verso Gerusalemme ma ci prendiamo una sosta, del resto l’estate è un tempo propizio per fare delle soste, non solo per rinfrancarsi ma anche per capire se realmente stiamo proseguendo verso la giusta meta oppure in tutt’altra direzione e senza Gesù.
Questa domenica, XVI domenica del Tempo ordinario, Luca ci dice che Gesù si ferma in un villaggio anonimo. Gli altri evangelisti identificano il villaggio con Betania, luogo dell'amicizia, della fede, dell'ascolto. L'Evangelista non dando il nome a questa località, coglie per noi un senso spirituale. È la sosta spirituale come quella fatta nella casa di Zaccheo. Oggi Gesù continua a sostare nella nostra casa. È la Parola che cerca spazio nel cuore di ciascuno.
In questo villaggio abbiamo due donne che accolgono Gesù: Marta e Maria. Esse sono due sorelle che tenendosi per mano sono orientate verso Dio. Due sorelle e due modi di accoglienza. Marta tra gli affanni della vita: il peso del dolore o della malattia, della solitudine o della tristezza, della necessità economica o delle mille preoccupazioni dell'esistenza quotidiana. Gesù d'altronde ha detto: «Basta a ciascun giorno il suo affanno» (Mt 6,34), volendo con ciò significare che ogni giorno che viviamo porta con sè motivi di preoccupazione e affanno.
Maria invece è colei che si siede ai piedi di Gesù per imparare l'essenziale, per distinguere il superfluo dal necessario, per distinguere ciò che è illusorio o permanente, per distinguere tra effimero ed eterno. È vero che la vita ogni giorno ci presenta il suo affanno e lo sappiamo a memoria. Però, nella vita ci sta un Essenziale da accogliere e da vivere. Purtroppo, oggi, trascinati dal trambusto, dall'agitazione, non percepiamo più l’Essenziale, perché “è invisibile agli occhi, si vede bene con il cuore” (Antoine de Exupery). Andare dietro a Gesù è il cammino della croce, per viverlo bene bisogna sedersi ai suoi piedi per ascoltare la Parola e metterla in pratica (Lc 8,21). Non possiamo essere così spavaldi da incappare nei briganti che ci spoglieranno di quanto possediamo lasciandoci in fin di vita (Lc 10,30).
Oggi il silenzio interiore si fa sempre più assente nella nostra vita, figuriamoci quello esteriore. Per questo mettersi in ascolto è fatica. La società è colma di rumori che neanche ci sta spazio per gli altri, non ci sta spazio per capire cosa accade attorno a noi, la frenesia del tempo vuole sempre primeggiare, “le offese vengono scambiate con il bene”. Una canzone di Marco Mengoni ci dice che “mentre il mondo cade a pezzi” abbiamo bisogno di imparare ad “allontanarci dagli eccessi e dalle cattive abitudini per tornare all’origine e riconoscere in Lui l’Essenziale per la vita”.
Marta e Maria due sorelle che ancora oggi ci dicono di coniugare fede e vita, due atteggiamenti possibili nella nostra, l’importante saper mettere al centro dell’esistenza Cristo Gesù, l’importante è fondare in Lui la propria vita per poterla condividere nella ordinarietà della vita.
Ecco allora il servizio che non è un mettere in pratica un insegnamento, ma vivere ciò che il Cristo ha vissuto. Ma ricordiamoci, il servizio sarà tale solo se nasce dallo “stare ai piedi di Gesù”. Diversamente, saremo come Marta tutta in agitazione, sempre paurosi e magari daremo ordini a Dio per agire secondo i nostri schemi. Occorre costruire sempre più una familiarità con Gesù, iniziando a sedersi ai suoi piedi lungo la via dell’umiltà e non lungo la via della carriera o dell'essere qualcuno, che poi alla fine si rivela nessuno. Davanti a Gesù nessuno può vantare titoli o ruoli. In questo mese san Benedetto da Norcia ci ricorda di “non anteporre nulla all’amore di Cristo”, un invito a mettere anzitutto davanti a se Gesù e la sua Parola come priorità su ogni altra cosa nella vita. Infatti, c’è sempre il rischio di rimanere dipendenti da tanti legami e beni, anche immateriali, nonostante la teorica volontà di appartenere al Signore. Mettiamo allora Cristo al primo posto, non perderemo mai nulla, anzi guadagneremo il centuplo!
Il passaggio di Gesù dalla nostra casa è una sosta per purificarsi dalle scorie della vita, una sosta per riscoprire la vita come beatitudine in un continuo ascolto della Parola e del fare il volere di Dio.
Il Giubileo della speranza è questo passaggio di Dio nella nostra vita, nella nostra casa, anche se siamo incerti, dubbiosi. Vivere l’Anno Giubilare significa disporsi con rinnovata fiducia e cuore aperto ad accogliere quest’opera che il Signore vuole realizzare in noi, per mezzo dello Spirito Santo che, nel giorno del battesimo, è stato effuso nei nostri cuori.
Nel Vangelo guardiamo a Maria che è stata capace di accogliere nella sua vita l’anno di grazia, l’anno giubilare, Cristo nostra speranza: “Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà mai tolta”.
Questa sottolineatura che troviamo nel Vangelo, dovremmo ricordarcela quando diciamo che non abbiamo tempo per Dio, quando non abbiamo tempo per pregare. Maria nel pregare ha trovato la sua beatitudine, il suo essenziale e ancora oggi insegna a ciascuno di noi di accogliere la Parola e l’amore che Gesù ha per noi, amore che nessuno potrà toglierci, se siamo tra quelli che hanno scelto la parte migliore: Gesù.
Fermiamoci oggi per cogliere l’essenziale. Entriamo nel cuore di Dio per renderlo vivo, presente nella ferialità della nostra vita.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!