mercoledì 25 febbraio 2009

NEL CAMMINO DELLA CROCE PER UNA PASQUA VIVIFICATA

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Abbiamo iniziato la Quaresima con il rito delle imposizione delle ceneri, e la Chiesa vuole spiegarcene subito lo scopo. La prima cosa che ci fa scoprire il Vangelo di questo giovedì dopo le ceneri (vedi Lc 9,22-25), è che la Quaresima è un cammino di essenzialità, di riscoperta della propria vocazione, di luce e di verità, mostra la vita di Gesù con il compimento sulla croce, ma al tempo stesso nella risurrezione, che dalla croce è inseparabile.
Oggi la liturgia ci ricorda che due sono le vie e che noi dobbiamo scegliere quella buona. Il Signore ci offre la via buona e ci mette in guardia contro l’illusione che ci farebbe scegliere la via facile con i “vantaggio immediati”. Nel Vangelo Gesù ci dice di portare la propria croce e di seguirlo.
L'invito di Gesù è una chiamata universale a entrare con lui nel suo cammino verso il Padre. Per condividere il destino di Gesù in cammino verso il Padre bisogna rinnegare se stessi e portare ogni giorno la propria croce.
Non vi dico in questo momento di pensare a quella fatica, a quella disgrazia che devo sopportare, a quella situazione insanabile. Portare la croce è diventato addirittura sinonimo di sopportazione e pazienza. Bello, mistico, utilissimo per predicare i quaresimali. Peccato che Gesù non intendesse questo! Portare la croce, cioè: perdere la faccia. La croce era l'umiliazione più ignominiosa che si potesse anche solo immaginare, sia per i cittadini romani, sia per gli ebrei. Rinnegare se stessi e portare la croce significa: amami fino al punto che non ti importa di perdere la faccia per me, seguimi fino a scoprire che valgo più di ogni altra cosa. Così Gesù ci invita in Quaresima a riscoprire che egli è tutto, l'assoluto, la pienezza, l'amore, ogni desiderio e ogni anelito colmato. Ci sfida a scoprire che in un mondo in cui tutti parlano di auto-realizzazione l'unica cosa che conta è quella di perdere la propria vita per amore, donarla questa vita, come saprà fare il Maestro Gesù.
Se vogliamo seguire Gesù e intraprendere questo grande cammino che deve condurci al Padre, la prima cosa da fare è rinunciare a noi stessi. Gesù non ci dice subito di prendere la nostra croce, perché se noi prendessimo la nostra croce stando in noi stessi, questa sarebbe insopportabile.
Gesù ci domanda di rinunciare innanzi tutto a noi stessi, cioè al nostro io. Rinnegare se stessi non significa essere tristi, musoni ma ricevere la propria vita come grazia di cui non si dispone da padroni, portare ogni giorno il peso del servizio ai fratelli e del dono della vita per gli altri, e addossarsi il fardello delle prove, delle contraddizioni e delle persecuzioni per arrivare a Pasqua vivificati.
Preghiamo così: Signore, ho appena iniziato il tempo di Quaresima. Dammi di scegliere con coraggio la strada del bene. Fammi scoprire quanto sei prezioso per donare la vita a te e ai fratelli, come tu mi hai insegnato e hai fatto, Maestro buono. Dammi di essere unito a Te, sacrificando il mio io inautentico e di seguire Te, perché sei Tu la mia vita, la mia salvezza.