Iniziamo con questa celebrazione penitenziale delle Ceneri, il tempo di Quaresima - tempo propizio per il digiuno e la conversione "coltivando altresì l'ascolto della Parola di Dio, la preghiera e l'elemosina" - che ci accompagnerà a celebrare la Pasqua del Signore. “Ritornate a me!” Risuona oggi nei nostri cuori! È parola che dà luce ad un tempo favorevole, quello della Quaresima i cui bagliori di verità, è parola di Dio, illuminano il nostro distacco dal Signore. Fanno riferimento ad un cuore indurito che ha smarrito la nozione e l’esperienza della misericordia e della benevolenza perché non si nutre più della tenerezza di Dio e non sa più a chi offrire il proprio tempo, il proprio lavoro; si è disinnamorato dal condividere con Lui gioie e speranza, angosce e delusioni. È
Questa Parola che ascoltiamo incoraggia un cammino di popolo messo a margine della società che conta solo perché produce ricchezza materiale. Cammino di un popolo avvertito come un peso più che una speranza del domani perché necessitano di aiuto che coinvolgono ed interpellano una società che si basa sul singolo ed il suo egoismo.
Benedetto XVI, nella proposta per la Quaresima di quest’anno sottolinea il valore del digiuno riportando questa tradizione già esistente nell'Antico Testamento e anche in seguito, come caratteristica di Cristo e della Chiesa primitiva. “Ai giorni nostri- osserva il Papa- la pratica del digiuno pare aver perso un po' della sua valenza spirituale e aver acquistato piuttosto, in una cultura segnata dalla ricerca del benessere materiale, il valore di una misura terapeutica per la cura del proprio corpo. Digiunare giova certamente al benessere fisico, ma per i credenti è in primo luogo una "terapia" per curare tutto ciò che impedisce loro di conformare se stessi alla volontà di Dio”.
Questa pratica fa bene a chi la osserva e anche, ricorda il Santo Padre, ci fa attenti alla situazione di povertà dei fratelli e delle sorelle nel mondo. Soprattutto in questo tempo di crisi in cui statistiche spaventose ci rivelano che ogni 6 secondi un bambino muore per fame, s’impone alla nostra vita uno stile più energico di sobrietà. Scegliendo di rinunciare a qualcosa per aiutare gli altri, dimostriamo di avere cuore e cura per chi è povero e soffre. Per questo,
E tutto questo, come ci sollecita il Vangelo, con gioia e umiltà, senza vanagloria. La penitenza evangelica è sorgente di ‘perfetta letizia’. Perché, come dice san Basilio il Grande. “Il digiuno è occasione di letizia. Come infatti la sete rende dolce la bevanda e la fame rende appetitosa la mensa, così il digiuno condisce il piacere dei cibi”.
L'inizio della Quaresima ricordandoci i tre pilastri della religione: l'elemosina, la preghiera e il digiuno, ci dice che essi si definiscono tali perché delineano il nostro rapporto con gli altri, con Dio e con le cose. Queste tre relazioni dicono anche che tipo di vita viviamo, rendono pubblica la verità della nostra esistenza.
Attenzione però, ogni nostra azione può essere compiuta o per aver notorietà e approvazione dagli altri, oppure per essere graditi a Dio solo, fatta per amore e in umiltà. In ogni azione, anche in quelle "buone", è naturale il bisogno di riconoscimento. Ognuno vive dello sguardo dell'altro. Ma quale è il nostro vero obiettivo? Da chi vogliamo essere identificati? Davanti a quali occhi stare? Davanti a quelli degli uomini o a quelli di Dio?
Gesù ci invita non solo ad essere religiosi – facendo elemosine, pregando e digiunando – ma a purificare fino in fondo le intenzioni del nostro cuore.
In questo giorno in cui ci accingiamo per il cammino quaresimale, preghiamo aiutandoci con le parole di Simeone il Nuovo Teologo: “Abbi pietà, e la preghiera che invio esaudisci: non irritarti, non distogliere da me il tuo volto, insegnami a compiere il tuo divino volere, poiché non chiedo che si faccia la volontà mia, bensì la tua, e che servirti io possa, o Misericordioso”!