VIVERE IL NOSTRO ESSERE MISSIONARI
La Parola di questa domenica ci fa vedere la Chiesa in cammino, perché Gesù è in cammino, la sua stessa Parola è in cammino. Infatti, il cristianesimo è una religione in movimento, non è da salotto come piace a molti di noi.
In questo clima estivo e con calure anomale, cerchiamo tutte le vie di fuga per refrigerarci. In particolare, l’estate è diventata la scusa per andare in vacanza dalla Chiesa, da Dio e quindi dall’essere testimoni della fede cristiana. Il Vangelo di questa domenica ci dice che bisogna essere cristiani, discepoli del Signore, sempre.
Il Vangelo ci ricorda che ogni cristiano è un missionario, che la missione è intrinseca nella vita di ogni battezzato. Davanti abbiamo quindi una pagina evangelica che ci riguarda personalmente. L'evangelista Luca non aveva motivo di evidenziare l'immagine della “messe abbondante” e i “72 discepoli” se non per indicare il popolo dei battezzati, per indicare la Chiesa intera. Infatti, la Chiesa, comunità dei battezzati, esiste per evangelizzare: ognuno di noi è chiamato a parlare delle meraviglie che Dio ha fatto nella sua vita. La missione è di tutta la Chiesa e non solo di una porzione. Forse a noi piace essere anonimi, non essere disturbati, magari sepolti nella polvere di un registro parrocchiale che entrare in trincea. Però, pensare che l'annuncio del Vangelo è riservato al clero o a pochi che ci credono, significa impoverire il Vangelo e di conseguenza annullare quanto Gesù ha fatto!
Oggi più che mai siamo chiamati sempre più a relazionarci con Cristo Gesù, perché la missione appartiene a Lui. Noi, dobbiamo sempre più domandarci se quello che facciamo fa parte dei suoi desiderata, se la fonte a cui attingiamo è Lui oppure frutto della nostra fantasia.
L’Evangelista ama sottolineare per noi che gli inviati erano mandati a due a due. Questo significa che nella Chiesa non è ammesso l’individualismo ma la comunione. Essere inviati “a due a due” indica quel sostenersi a vicenda e soprattutto essere sostenuti da Cristo Gesù. Quanti liberi battitori nella Chiesa che poi creano quelle scintille di divisione e che non annunciano l’amore che il Signore ha donato a tutti. Occorre essere, sempre più, trasparenza dell’amore del Signore! Per essere trasparenza del Signore bisogna pregare, bisogna relazionarci con Colui che ci invia, perché ci purifichi dal nostro io e ci renda trasparenti di Lui, ovunque! La messe è sempre molta perché non siamo trasparenza di Cristo Gesù, perché non sappiamo relazionarci, non siamo capaci di amare, non siamo misericordiosi.
Gesù ci fa capire quanto sia importante la comunione quella che viene dallo Spirito Santo, perché conferisce quel potere sugli spiriti immondi. Infatti, è lo Spirito Santo che crea la comunione mentre il diavolo è colui che la distrugge la comunione. La missione della Chiesa è combattere l’origine del male, che è la separazione da Dio e di conseguenza la separazione dalla comunità dei battezzati.
I 72 inviati in missione l'avevano capito che dovevano assumere questo stile partendo dalla loro vita, dalla preghiera e, nonostante che sono andati come “agnelli in mezzo ai lupi”, sono tornati gioiosi perché sicuri che la loro vita era nelle mani di Dio; sono tornati gioiosi di come hanno vissuto la missione nel nome di Gesù.
Ascoltiamo sempre la Parola di Gesù, celebriamola, viviamola. Ci viene sempre facile criticare quando qualcosa non torna nei nostri “calcoli”: ma non siamo chiamati a questo! Ricordiamoci: Gesù smonta sempre il nostro modo di fare e questa domenica lo fa affidandoci una missione e insieme ad essa la grazia necessaria per compierla.
Guardiamoci dentro e puntiamo il nostro sguardo oltre l’orizzonte, perché Cristo ci spinge oltre, ci spinge all’amore, ci spinge alla riconciliazione, anche a costo di subire violenza.
Noi diciamo che il Vangelo è Parola di Dio, quindi non una parola nostra, venuta dal nostro cuore, dalla nostra pietà, dalla nostra fede, ma da Dio che l'ha messa dentro di noi, perché diventi nostra. Gesù vuole che impariamo questa parola sconosciuta che appartiene non alla nostra lingua, ma alla sua lingua. Noi siamo bravi a imparare le lingue straniere per poterci rapportare anche con chi non parla la nostra lingua, ma dimentichiamo la vera lingua straniera: quella di Dio che ci aiuta a diventare altro.
Impariamola questa lingua per vivere bene la missione, ma non per alcuni mesi dell’anno per poi sparire, ma sempre. Occorrono operai che abbiano il senso della comunità, capaci di distribuire la ricchezza del dono di Gesù e vigilare perché il frutto non vada perduto!
Anche questa domenica Dio bussa alla porta chiedendo di diventare veri discepoli, narratori di Dio senza fanatismi e nostalgie da burattinai. Dio cerca cristiani maturi per costruire la sua Chiesa e non dei farisei che guardano l'esterno quando al loro interno ci sta del marciume.
Preghiamo per accogliere la grazia che il Signore vuole farci ogni giorno per essere discepoli della trasparenza dell’amore di Cristo Gesù.
Buona domenica nel Signore a tutti voi!
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