mercoledì 25 giugno 2025

SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI (Messa del Giorno)

TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE!


In questa XIII domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci fa celebrare la solennità di due grandi principi della Chiesa: i Santi Pietro e Paolo. Nell’arte li vediamo raffigurati insieme nella vita, però,
Pietro e Paolo erano molto diversi, tanto da non farsi mancare tra loro accese discussioni, ma nonostante questo, sono stati fedeli a Cristo Gesù fino a dare la vita per Lui.
Oggi li ricordiamo insieme perché la tradizione vuole che morirono nello stesso giorno il 29 giugno del 67 d.C.: Paolo fu decapitato a Roma sulla via Ostiense presso la località Tre Fontane, mentre Pietro fu crocefisso, sempre a Roma, con la testa all'ingiù nel circo di Nerone sul Colle Vaticano. In loro troviamo una umanità vigorosa messa a disposizione grazie all'azione dello Spirito Santo.
L’itinerario evangelico ci ha mostrato fino ad ora l’identità di Gesù. Gesù riformula il percorso di fede e chiede ai discepoli “chi fosse lui per la gente”. Lo sappiamo ognuno dirà la sua. Anche ai nostri giorni è la stessa cosa. Ma Gesù, volendo precisare, si rivolge ai discepoli, ai cristiani, ai battezzati, a quanti lo vogliono seguire e dice: «ma voi, chi dite che io sia?». Suspense dinanzi a questa bella domanda; magari non abbiamo interesse a farcela. Però, quante cose possiamo chiederci su Gesù. Molti di noi ricorrerebbero al Catechismo della Chiesa Cattolica. Altri ad ascoltare esperti e sacerdoti di spicco che parlano di Lui. Altri ancora tendono l'orecchio in giro per capire cosa dice la gente. Ma quello che dice il Vangelo oggi non riguarda mica un trattato di Cristologia, non riguarda una bella conferenza e tantomeno una nozione: nulla di tutto questo per giustificare la nostra ignoranza.
Guardiamo all’evangelista Matteo. Lui si accorge di questo problema e si chiede la vera identità dei discepoli, dei battezzati. Si accorge che la risposta che danno la gente vede riattualizzarsi in Gesù personaggi di spicco della storia ma non un’esperienza di vita. Mentre la domanda rivolta ai discepoli ha il preciso scopo di condurli dentro di sé perché vivano la novità del Vangelo, possano fare esperienza di Lui, relazione con Lui per poter affermare sinceramente e personalmente chi è Gesù nella loro vita.
Per questo oggi Gesù dice a me, a te, a tutti: “Tu, quanto vuoi lasciarti coinvolgere da me?”. È una domanda che non vuole tanto una risposta comune come quella del Vangelo: “Tu sei Giovanni Battista, Elia, Geremia, un profeta tra i tanti”; è una domanda che non vuole una delle tante risposte teologiche, da catechismo, giuste e corrette; è una domanda che vuole una risposta, una scelta.
Gesù vuole che mi lasci coinvolgere, contagiare per collocare la mia esistenza in Lui, terreno solido e incrollabile. Questo significa quel «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Cioè: “Tu sei colui che dà vita, senso, significato, pienezza, unità alla mia vita. Senza di te nulla ha senso. Tu sei ciò che mi rende vivo. Sono morto senza di te”.
Quindi niente nozioni da catechismo, tanto Gesù sa benissimo che molti non le conoscono o le hanno dimenticate. Gesù ci dice: “vuoi stare con me? Ti va di seguirmi? Ti va di mettere in gioco tutto insieme a me?”, lascia stare le nozioni e seguimi.
Nel Vangelo troviamo la risposta decisa e sicura di Pietro. Questa risposta non è frutto dalla “carne” e dal “sangue”, cioè frutto di ragionamenti, di elucubrazioni mentali, dell'aver studiato molto o dall'aver fatto molto incontri. Questa risposta è il frutto dal fatto che ha accolto in sé il grande dono della fede che gli ha permesso di scegliere Gesù e con Lui mettersi in gioco: Pietro, per Gesù, lasciò le sue reti, la sua casa, sua moglie, la sua famiglia e si fidò. Forse Pietro andò contro la logica umana. Infatti, la sua scelta si pone sotto un altro aspetto: quella del cuore, della passione, dell’amore.
La professione di fede che fa Pietro, non è una semplice formula da recitare durante la Messa - per carità anche quella ha il suo peso spirituale per la vita di tutti i giorni - ma quello che fa Pietro è un grande affidamento e una trasformazione del cuore ad immagine del Figlio: chiede di essere un crocifisso per amore.
Forse ci può aiutare a capire questa logica di Gesù quando siamo rifiutati, quando siamo traditi e pugnalati alle spalle. Quello è il momento in cui possiamo ripensare alla logica di Gesù e sollevare lo sguardo verso Lui. La logica di Gesù è fatta solo d’amore e che dall'alto della Croce, dove la Sacra Scrittura dice «pende il maledetto» (cf. Dt 21,23; Gal 3,13) possiamo trovare una risposta da dare alla nostra vita e a Gesù. Ecco perché la sola, la vera identità di Gesù è quella proclamata da Pietro: “Tu sei il Cristo”. Perché il suo amore, il suo essere servo non è una passeggiata. Chi professa la fede in Lui con lui deve salire il Golgota e insieme a Lui deve lasciarsi crocifiggere.
Oltre a Pietro abbiamo anche Paolo. Un uomo molto religioso ma in modo sbagliato. Ha capito cosa significa professare la fede in Dio mentre perseguitava Gesù e i suoi discepoli. Anche per Paolo è sgorgato l’amore per Gesù, amore che lo ha portato sulle strade della vita annunciando a tutti la lieta notizia, dicendo a tutti che Gesù è il Cristo di Dio!
Davanti a questi baluardi della fede, impariamo anche noi a professare la fede con la propria vita dicendo a tutti che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente!

Buona domenica nel Signore a tutti voi!