venerdì 26 marzo 2010

Sabato della V settimana di Quaresima

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


Il vangelo odierno ci mostra come da sempre nella vita ci sta un "bastian contrario"; infatti, abbiamo la reazione opposta al segno della risurrezione di Lazzaro: molti spettatori del miracolo credono in Gesù, i capi del popolo decretano la sua morte, ostinandosi nella loro cecità volontaria (vedi Gv 11,45-56).
E’ veramente strano: il miracolo compiuto da Gesù avrebbe dovuto portare a credere in lui, come l’inviato dal Padre, invece per i suoi nemici esso diventa incentivo di odio e di vendetta. In questa situazione ci sta un disegno di Dio che passa nella storia dell'umanità. Nelle realtà positive e anche in quelle negative dell'umanità.
Chi è Gesù in questa realtà? Egli è colui che passa abbracciando e sanando dove le persone appaiono, dove le persone si nascondono, dove le persone vengono accolte, dove le persone vengono rifiutate. Questo perché Gesù fa parte di questa umanità.
E' in questo passaggio di Dio che nascono le contrarietà e le incomprensioni. Eppure Dio ripete ancora oggi: “Farò con loro un’alleanza di pace che sarà un’alleanza eterna”. Il Signore ci vuole liberare dalle nostre ribellioni. C'è bisogno di accoglienza e disponibilità per farlo.
Queste alla sua presenza sono il metro di misura del giudizio di Dio sul valore delle realtà umane.
Ma Lui, sempre e soltanto Lui è il riferimento nell'attualizzazione del disegno divino. Infatti la sua condanna, diventa profezia: "è meglio per voi la morte di un solo uomo piuttosto che la rovina di tutta la nazione."
Qui non solo viene indicato Gesù come vittima sacrificale, ma si realizza la profezia sulla dimensione salvifica della sua morte. Giovanni aggiunge che Gesù deve morire non solo per il suo popolo ma per unificare i figli di Dio dispersi, per noi, per ciascuno di noi.
Ancora oggi siamo chiamati a riflettere sul nostro modo di affrontare i problemi quotidiani nelle relazioni con gli altri: forse anche noi usiamo, a volte, il ragionamento di Caifa! Chiediamo allo Spirito Santo che ci doni un retto pensare e un amorevole agire e ribaltare quella pietra che sta nel sepolcro della nostra esistenza.