mercoledì 27 ottobre 2010

28 ottobre SANTI SIMONE E GIUDA

Un caro saluto a te che leggi quanto scrivo!


In un'unica festa celebriamo oggi due dei dodici apostoli:
Santi Simone e Giuda. Leggiamo i loro nome nell'elenco che l'Evangelista Luca riporta. Ciò è sufficiente per noi per ricordare che sono stati scelti da Cristo per condividere con Lui i tre anni della sua vita terrena per poi, irrorati e fortificati dallo Spirito Santo, essere inviati nel mondo ad annunciare il suo Regno e ad essere testimoni della sua risurrezione.
Nel vangelo odierno (vedi
Lc 6,12-19) Gesù sale sul monte per trovare nell'incontro con il Padre la chiarezza necessaria per scegliere i dodici apostoli. Il numero dodici richiama quello dei patriarchi dell'Antico Testamento. Si delinea così la nascita del nuovo popolo di Dio. E' da osservare, che la preghiera sta sempre all'origine di ogni attività di Gesù e oggi possiamo aggiungere della Chiesa. Infatti, il giorno della Chiesa spunta dalla notte di Gesù passata in comunione col Padre.
La preghiera prolungata di Gesù ha messo insieme persone diverse. Noi avremmo criticato Gesù per questa mescolanza di intellettuali, pescatori, pubblici peccatori, conservatori, zeloti eppure nel disegno del Padre Gesù lesse questa volontà che ancora oggi si fa sempre nuova nella chiesa perché è una realtà che fa parte del progetto di salvezza.
Gesù in questa prima parte del vangelo vuole comunicarci che la nostra vocazione nasce in Dio e dalla relazione con Lui. E' la sua Parola che chiama, come ogni parola di Dio (cfr. Is 55,10-11), è una parola dinamica e dialogica: dinamica perché sempre realizza quanto annunzia (Sal 33,6.9); dialogica perchè è un appello che, per sua natura, esige una risposta (Bar 3,35; Is 48,12-15).
Quindi, l'anima dell'attività evangelizzante e apostolica è la preghiera. Se chi opera non prega e non insegna a pregare è come chi pensa di solcare il mare su una pagina di un grande atlante. In realtà non si muove e non muove nulla. O addirittura fracassa.
Nel vangelo vediamo che questa chiamata sfocia in mezzo alle necessità della gente "che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie".
Il motivo che spinge la gente verso Gesù è il bisogno di ascoltare la parola di Dio e di essere guarita. Come la parola del serpente portò il male e la morte (cfr. Gen 3), così la parola di Dio guarisce dal male e dà la vita. C'è infatti una stretta connessione tra l'ascolto della parola di Dio e la guarigione, come tra la disobbedienza alla parola di Dio e la morte (cfr. Dt 11,26-32). L'uomo, di conseguenza, diventa ciò che ascolta. Se ascolta Dio diventa figlio di Dio, se ascolta il diavolo diventa figlio del diavolo.
Come la gente di allora, anche noi possiamo toccare e sperimentare la potenza di Gesù se ascoltiamo la sua parola e l'annunziamo.

Dio della mia gioia, dammi di percepire sempre nel mio cuore quel richiamo carico di tenerezza che mi ha dato di essere tuo discepolo. Che io scopra giorno dopo giorno il senso del mio "nome", in una rinnovata passione per la tua volontà e per il tuo regno, perchè nella gioia di riconoscerti da te voluto, amato e chiamato, ritrovi nuove forze ed entusiasmo per annunciare al mondo le meraviglie del tuo amore.. Grazie, grazie Dio della mia gioia.