sabato 7 maggio 2016

ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO C)

Questa domenica celebriamo la festa dell'Ascensione. Una festa che in seno porta delle risonanze della devozione popolare, come il bagnarsi con l'acqua del mare o in una bacinella messa il giorno prima sul davanzale esterno della finestra.
La devozione popolare può essere utile per ricordarci di puntare lo sguardo verso il cielo, non come gli uomini di Galilea (At 1,11), ma come ricerca e attesa (cfr. Col 3,1-2). L'Ascensione è una festa che ci invita "a distaccarsi con decisione dalle «cose della terra», vuole chiaramente far capire ciò che appartiene all’«uomo vecchio» di cui il cristiano deve spogliarsi, per rivestirsi di Cristo" (Benedetto XVI).
Con l'Ascensione del Signore Gesù si inizia a dare spazio al tempo della Chiesa. Una Chiesa in uscita, direbbe Papa Francesco. Un'uscita che apre nuovi orizzonti, perché solo con occhi nuovi si può pensare e parlare di uscita, diversamente saremo col nasino all'insù.
Quest'uscita il Vangelo odierno l'accompagna con tre verbi,gli ultimi tre gesti di Gesù: invia, benedice, scompare. Tre gesti che sosterranno il cammino della Chiesa, sicuri della sua certa e perenne presenza, grazie al dono dello Spirito Santo che il Padre invierà.
Concludiamo pensando, per un momento in questo giorno solenne, una "chiave" della preghiera. La preghiera è quell'ascensore che mi porta, con tutto il mio cuore, al cuore di Dio. Lo specifica meglio la preghiera di colletta che innalziamo al Padre, in attesa di vivere della sua eterna beatitudine: "Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria". Amen.

Buona Ascensione a tutti voi!

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