GESÙ, VERA LEGGE DELL'AMORE
I fatti si svolgono all'alba, quasi ad indicare l'alba di un nuovo giorno, l'alba della Resurrezione, ma il cuore non è pronto per accogliere la novità di Dio: la misericordia, questa illustre sconosciuta sempre presente nella vita dell'umanità.
Al centro dell'attenzione c'è solo la donna adultera tralasciando l'uomo, tralasciando ciascuno di noi. Ella è un capro espiatorio per tutti, anche se alla fine era solo un pretesto per cogliere in fallo Cristo Gesù.
La donna è il simbolo della vita, rappresenta la vita. Ecco perché è sola. Forse è sola anche perché si riconosce misera.
Noi tutti siamo avvolti da una coltre di peccato, dove la misericordia fa fatica ad entrare nel nostro cuore. Subito pronti con la pietra in mano per poterla scagliare. Ci viene facile radunarci per ascoltare la Parola. Ci viene facile partecipare alle liturgie ma tutto ha uno scopo personale, un proprio interesse.
Ebbene Gesù nell'incontrare la donna incontra tutta l'umanità. La sua novità è "l'amore scandaloso di Dio" (E.Bianchi); scandaloso perché da fastidio, non fa parte del nostro modo di pensare.
In questo brano due pensieri a confronto: quello di Dio e quello nostro. Attuare la misericordia o rinchiudersi nel "si è fatto sempre così".
In Gesù riconosciamo solo colui che fa del bene non riusciamo a capire il suo messaggio d'amore che va oltre ogni immaginazione. Facciamo fatica a vivere l'identità battesimale scaturita dalle Beatitudini, è faticoso seguire le orme di Cristo. Però continuiamo a chiamarci cristiani... e per cosa?
Niente di più falso in questa restrizione! C'è bisogno di una purificazione del cuore che ci permette di stare ad ascoltare Gesù in un continuo abbandono, di accogliere la novità del Vangelo anzi arrampicarci alla giustizia, alla Legge per trovare dei cavilli per accusare Gesù, per accusare il fratello e la sorella.
Il cuore della Legge, dice Gesù, è il perdono e non il pregiudizio; è l'amore e non la Legge. Dio-amore salva la Legge no.
Messi di fronte a se stessi cade la pietra e ce ne andiamo. Forse sta iniziando il cammino di guarigione e forse no. Però Gesù ci mette nella condizione di riflettere sul nostro peccato. Lo spirito comunitario nasce proprio quando lasciamo cadere la pietra dalle mani e ci riconosciamo tutti peccatori. L'invito finale di Gesù ha proprio questo scopo.
Con il perdono, Gesù da' la forza di ricominciare una vita nuova perché non c'è più nessuna condanna, ma solo la grazia, solo l'amore al quale, Dio, col suo perdono, ci riabilita.
Ecco la Pasqua del Signore: un amore che non ha limiti perché rinnova dentro e ci rende creature capaci di viscere di misericordia.
Buona Domenica nel Signore a tutti voi!