PENTECOSTE: IL PER SEMPRE DI DIO
Siamo arrivati al giorno di Pentecoste, una festa che ci proietta nell'ambiente ebraico e, in particolare, nelle pagine del Pentateuco. Infatti, la Pentecoste ebraica segue una sua propria evoluzione fino a trovarsi "assorbita" nella persona di Cristo e nel nuovo tempio: la Chiesa.
Originata da un tema agricolo, sarà assunta dal piano di Dio per esprimere il dono della Legge al Sinai, poi dalla Chiesa, per esprimere il dono della nuova Legge, per mezzo dello Spirito, in Gerusalemme.
Questo è il giorno tanto atteso: si rinnova il dono dello Spirito Santo. In realtà, questo dono lo riceviamo sempre, fin dal nostro battesimo, per mezzo dei sacramenti che il Signore ci dona in un continuo ricordo della sua presenza viva in mezzo a noi attraverso la voce dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo scende abbondantemente sulla vita di tutti indistintamente: vita gioiosa e vita dolorosa, ma solo se si accoglie. Solo se apriamo la porta del cuore.
Perché questo grande dono in abbondanza? Perché si rinnova? Perché non siamo in grado di portare a termine l'opera del Signore Gesù. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci «ricordi» e che ci «insegni». Abbiamo bisogno di quella forza necessaria per collaborare alla costruzione del Regno di Dio ed essere «Pentecoste» nella Chiesa ogni giorno.
Ora, in questo momento, quasi a ricordare cosa è successo, ci ritroviamo durante l'ultima cena. Gesù saluta i suoi, ma al tempo stesso assicura che non li lascerà soli. La sua presenza continuerà in un modo diverso, ma non meno reale, assicurata da «un'altro Paràclito», illustrando con profondità la sua identità, la sua missione, le condizioni per una sua recezione fruttuosa.
Pensare a questo dono con delle condizioni ben precise ci fa subito venire alla mente che non si scherza. Alle volte, lo stesso vangelo lo prendiamo con superficialità e poi continuiamo a vivere da dissoluti come se tutto fosse permesso.
C'è un dono da vivere nella vita e questo dono può partire solo da un legame profondo del discepolo con Gesù risorto. Un legame di amore che rispecchia quello preveniente del Padre (Gv 3,16) e del suo Figlio Gesù (Gv 13,34). Un amore totale, trasparente, disinteressato, completamente dedito al bene dell’altro.
La Pentecoste cristiana richiama a una vita nello Spirito. Vita che non possiamo improvvisare. Per questo lo Spirito pregato da Gesù per tutti noi è maestro di vita interiore, e ci educa alla disciplina dell'amore e di partecipazione piena alla comunione con Dio Padre e con Dio Figlio.
La Pentecoste che celebriamo è tempo dell'amore fino al dono di sè, perché in questa festa vi è racchiuso il "per sempre di Dio" che vogliamo ricordare ogni giorno della vita.
Non dimentichiamo che nel giorno di Pentecoste era presente la Vergine Maria, «il sì eterno di Dio». Ella fu la prima cristiana ad accogliere nella sua vita il dono dello Spirito Santo e divenne la Madre di Dio.
Non dimentichiamo che nel giorno di Pentecoste era presente la Vergine Maria, «il sì eterno di Dio». Ella fu la prima cristiana ad accogliere nella sua vita il dono dello Spirito Santo e divenne la Madre di Dio.
Oggi, tocca a ciascuno di noi ad accoglierlo e generarlo al mondo. Renderlo vivo e presente nella ferialità della vita, perché Dio continui ad essere Dio ovunque, anche nei crocicchi della vita.
Allora invochiamo lo Spirito Santo perché ci strappi dalle incertezze della vita e ci converta. La sua fiamma d'amore, scaldi i nostri cuori perché possiamo "Portare pace nella guerra, calore dove oggi regna il gelo, dare a tutti ciò che è mio, piantare un cielo sulla terra" (Papa Francesco).
Preghiamo così: Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore.Buona Pentecoste a tutti voi!
immagine: www.papaboys.org