martedì 11 giugno 2019

Mercoledì della X settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

VERSO LA PERFEZIONE DELL'AMORE

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,17-19)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».


Abbiamo iniziato questa settimana, X del tempo ordinario, mettendoci in ascolto del grande discorso di Gesù, ove all'interno abbiamo anche quella pagina classica, la "magna charta", del cristiano: le beatitudini.
Parlare di beatitudine forse, in questo nostro secolo, può essere una grande utopia, ma cosa veramente può dare sapore alla nostra vita, cosa ci può fare diventare sale e luce del mondo?
Oggi, Gesù si pone in continuità con la più profonda e valida esperienza religiosa di Israele: egli non si mette al di fuori della tradizione autentica, ma vuole riportarla alla sua origine, a quel desiderio iniziale che troviamo in Dio che parla soltanto di amore e rispetto per ogni persona.
Invece noi cosa facciamo? Ci sentiamo al di sopra e ci nascondiamo dietro la stessa Parola di Dio per far vedere ciò che non esiste, ciò che non ci appartiene, non ci dimostriamo maturi abbastanza per guardare e andare oltre l'orizzonte.
Gesù insiste e continua a tracciare quella strada verso la felicità eterna che non è fatta di anarchia ma di libertà, di un cuore capace di amare e non di giudicare. Infatti, quello che fa Gesù, il suo portare a compimento non è altro che condurci alla perfezione dell'amore. Se invece ci fossilizziamo, se siamo egoisti vediamo nella legge coercizioni, degli obblighi esteriori che si trasformano in occasioni per trasgredirla; e quante occasioni in un giorno abbiamo?! Basta pensare a tutto quelle volte che manchiamo di rispetto verso la persona continuando a rimanere "a posto con la coscienza".
Abbiamo bisogno di abbracciare la nostra vita, la nostra storia e rimetterla nelle mani di Dio perché la orienti e la illumini.
Un buon esame di coscienza particolare può farci tornare alla scuola della Parola. Non falsifichiamola. Torniamo a scoprire il grande progetto di Dio per ciascuno di noi. Abbiamo un grande maestro interiore: lo Spirito Santo. Egli ci aiuterà a donare la vita per amore sull'esempio di Gesù e a non a strumentalizzarla e sprecarla.