martedì 18 giugno 2019

Mercoledì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

LA RELAZIONE CON IL PADRE: IL NOSTRO INTERESSE

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,1-6.16-18)


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».


La liturgia della Parola ci educa alla vita cristiana, del resto lo Spirito Santo ha questo compito. Tutto sta come tendiamo l'orecchio del cuore all'ascolto della Parola, nella nostra ferialità, per farci educare.
In questo brano evangelico Gesù non fa altro che manifestarci il suo grande desiderio di metterci in comunione con il Padre. Egli ci conosce bene, conosce bene il nostro cuore e sa benissimo che nella nostra vita ci sta ancora una sorta di fariseismo. Ci sentiamo arrivati e non abbiamo neanche bisogno che qualcuno ci educhi, tantomeno lo Spirito Santo. Siamo sempre pronti a cercare nelle cose un interesse personale, qualcosa che ci appaga, una soddisfazione di amor proprio. Ma quale è il vero interesse?
Tre i punti su cui Gesù attenziona il nostro orientamento cristiano: l'elemosina, la preghiera, il digiuno. Sono tre punti molto usuali nella comunità giudaica, ma bisogna capire perché Gesù le "rimette sul tavolo". Egli non fa altro che dirci che queste tre cose fanno bene alla nostra vita se vissute anzitutto interiormente, altrimenti è solo perdita di tempo e la perdita di tempo, se prende abitudine si trasforma in vizio capitale.
Quante volte nella nostra vita facciamo le cose per essere ammirati? Poi magari subito pronti per criticare. Oggi la critica sembra aver preso la moda. Cerchiamo di salvare, da una parte, quegli atteggiamenti spirituali che notiamo in noi, mentre dall'altra subito scocchiamo sugli altri delle frecciate.
Gesù pone uno stop a tutto questo richiamandoci all'essenziale, all'autenticità, alla verità delle cose che facciamo e che diciamo. Come un pedagogo ci spinge a cercare il nostro vero interesse, cioè la relazione con il Padre celeste.
Manchiamo di questo gusto. Dio desidera che diamo gusto anche alle cose spirituali. L'elemosina deve essere discreta, umile, mai appariscente. L'abitudine dello stare con Dio (o della preghiera) non si deve trasformare in un devozionismo, in una ritualità priva di senso. Anzitutto è «un intimo rapporto, da solo a solo» (S. Teresa d'Avila) nel nascondimento. Infine, il digiuno non è un ascesi che deve mettere in mostra la nostra mortificazione ma un mezzo per dominare i nostri appetiti e per aprirci alla condivisione fraterna.
Lasciamo allora che questa Parola illumini seriamente la nostra vita. Facciamo il nostro esame di coscienza sulla nostra generosità, sulla preghiera personale, sul digiuno dando senso, gusto, proprio a questo e a tutte quelle cose che facciamo per abitudine, senza nessuna paura. Davanti al Padre non abbiamo bisogno di essere diversi da quello che siamo. Possiamo essere noi stessi con tutti i nostri limiti, senza paura di apparire sgraditi ai suoi occhi, scopriremo il nostro Vero interesse.