sabato 23 novembre 2019

XXXIV Domenica Tempo Ordinario. Solennità di Cristo Re (Anno C)

VIVERE IL PARADISO QUAGGIÙ

Oggi è l'ultima domenica dell'anno liturgico e celebriamo la festa di Cristo Re. Al centro della riflessione sta la regalità di Cristo, così come viene evidenziato nel Vangelo stesso: "non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi".
In queste parole troviamo non solo una derisione ma anche il puro fallimento dell'uomo, di un uomo che continua ad arrampicarsi sugli specchi dimenticando il valore della vita.
Questo fallimento parte dallo sguardo. Il Vangelo ci dice che ci sta un popolo che guarda quanto sta accadendo, prova a contemplare il mistero ma non è capace di entrarvi. 
Qui abbiamo una grande teofania di Dio ove si dà inizio a una nuova creazione, a una vita nuova. Nello stesso tempo abbiamo il rifiuto di Cristo Crocifisso perché è perdizione, maledizione: è dono di morte. Mentre Gesù sta donando se stesso, sta donando la sua vita. Quest'amore di Dio, questa Verità, Gesù l'ha vissuto nel dono di sé. Ora solo chi si nutre di Lui, chi vive questo rapporto comunionale con Lui può come Cristo vivere il dono di sé.
Forse è il caso di fermarsi veramente davanti al Crocifisso, non per contemplarlo nell'esteriorità ma fino ad arrivare dentro la nostra anima per vedere e incontrare il Suo sguardo. Scopriremo solamente Dio-Amore, un Dio così pazzamente innamorato dell'uomo da giungere fino alla follia della croce.
No, un Dio così è assurdo diranno i pagani, è scandaloso ribatteranno i Giudei. Un Dio che della sua regalità ne ha fatto il servizio, perché essere re significa servire. E noi, oggi, non ci troviamo un po' sconcertati dinanzi all'impotenza del Crocifisso? Eppure nulla è più eloquente della sua croce, di questo spogliamento totale di Dio. L'abisso più profondo che ci separa da Lui non è quello della creaturalità, ma quello del non-amore. E la croce è venuta a colmarlo, facendoci contemplare l'Amore, anzi consegnandocelo perché ritrovassimo la nostra somiglianza di amore con Lui.
Allora guardare il Crocifisso non deve essere un respingerlo, un lasciarlo solo. Guardare a Cristo Re significa assumere l'atteggiamento del buon ladrone: accusare il proprio fallimento per vivere un'appartenenza, vivere il paradiso quaggiù!
Vivere il paradiso significa vivere della Croce di Cristo, della sua regalità che è amore per l'umanità e portarla al Padre di misericordia. Vivere il paradiso significa non scendere dalla Croce nella pretesa assurda di salvare se stessi ma saper attendere l'oggi del Regno nella propria vita.
Ci doni il Signore questa capacità!

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!





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