mercoledì 25 marzo 2020

V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

DALLA MORTE ALLA VITA

Siamo alla V domenica di Quaresima e ci trova ancora nelle nostre case, bendati, chiusi, infermi. Sembra un po' ripercorrere il brano evangelico che la liturgia domenicale propone alla nostra riflessione.
Nella lettura o ascolto del brano evangelico riguardante la risurrezione di Lazzaro, possiamo scoprire le nostre chiusure mentali e il morto che è in noi e che ha bisogno di uscire dal proprio sepolcro per incontrarsi con il Signore della vita.
Il brano del Vangelo inizia con Gesù che si trova faccia a faccia con l'amicizia e la morte, l'amore e il dolore.
Quante volte, nella nostra vita, ci ritroviamo in queste situazioni così umanamente piene? Quante volte fremiamo, piangiamo, ci commuoviamo di fronte alla morte di una persona che amiamo? Anche Gesù lo troviamo in questa situazione e nessun'altra pagina di Vangelo ce lo descrive così.
Il Vangelo però ci invita, per un istante, a superare questo "status quo" per poter accogliere le parole di Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?».
Credere... quale fatica del cuore, quanta fatica ad entrare nella logica di Dio. Eppure è questa logica che è messa sotto i nostri occhi (vedi il cieco nato). Siamo ancora ciechi; siamo come Betania legati al passato, alla tradizione e guai a toccarla! Lo notiamo già nel Vangelo e Gesù non vuole avere a che fare con questo modo di agire, tanto è vero che non entra nel Villaggio. Egli usa una pedagogia particolare che resterà in contrasto con i fondamentalisti, con quelli dal cuore indurito e dalla dura cervice, anzi proprio questi saranno quelli che lo metteranno a morte, anche oggi.
Gesù, però, chiama tutti alla vita liberandoci non solo dalla morte fisica ma anche spirituale. Non una morte da attendere in un futuro, ma nel presente dove la nostra vita spesso si presenta spenta, immobile. Piena di non senso, di disamore cioè di quella malattia spirituale che fa morire dentro.
Gesù ci libera da questo per una vita capace di superare la morte. Chi crede questo è già risorto in Cristo, è nella vita eterna.
Questo tempo insolito che stiamo vivendo, ci può aiutare a capire questa pagina evangelica e dare una risposta. Siamo invitati a uscire dalle nostre grotte, dalle nostre caverne, buie, umide, chiuse, sepolti da una grossa pietra. Abbiamo bisogno di liberarci e liberare da quelle bende che ci legano al passato, alla tradizione, al peccato e far sì, che Cristo Gesù irrori con le sue lacrime la nostra esistenza e renderla feconda.
È questa la forza della risurrezione, la forza dell'amore che si fa strada in noi. Un bellissimo cantico ci ricorda che "forte come la morte è l'amore" (Ct 8,6). Quindi, il vero nemico della morte non è la vita, ma l'amore. La nostra capacità di amare sconfigge la morte, perché risorti con Cristo.
In questa domenica, ognuno nelle proprie case, rinnoviamo la nostra fede chiedendo di ritornare ad una fede autentica affidandoci a Dio. Tutti abbiamo bisogno di credere e di amare per poter venire fuori dalle incertezze, dai dubbi, dalla morte. Anche noi possiamo smuovere quella grossa pietra posta nel sepolcro del nostro cuore per fare entrare la luce della Pasqua. Fuori dal sepolcro troveremo, insieme a Cristo Risorto, tante altre persone che ci amano. Sono le stesse che ci hanno accompagnato, che hanno pianto, pregato.
Sia anzitutto la nostra preghiera un abbandono fiducioso nel Signore, non per evitare il dolore nelle sofferenze ma perché ci aiuti a comprendere che nella sofferenza Dio è dalla nostra parte e che il suo amore ci accompagna non al sepolcro, non alla sepoltura ma alla vita eterna.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!






immagine: http://liturgiadomenicale.blogspot.com/
video: https://youtu.be/Hs8nnPtb0T0