giovedì 5 maggio 2022

IV DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

GESÙ BUON PASTORE DONA LA VITA ETERNA


Siamo alla quarta domenica di Pasqua, denominata per tutti noi la domenica del Buon Pastore dove ascolteremo alcuni versetti del capitolo 10 del Vangelo di Giovanni.
Per comprendere questa figura del Pastore, dobbiamo volgere lo sguardo al mondo della pastorizia, alla vita palestinese del tempo di Gesù, a quei pastori che riportavano la sera dentro il recinto le proprie pecore e la notte vegliavano per difenderle dai lupi e dai ladri. Al mattino, quando il pastore entrava nel recinto, chiamava le pecore ad una ad una ed esse rispondevano seguendo il pastore: riconoscevano la sua voce.
La Liturgia della Parola ci conduce passo dopo passo nel rapporto reciproco tra il gregge e il pastore. 
La prima lettura, tratta dagli At 13,14.43-52, ci fa riflettere sull'annuncio della Parola e le prime difficoltà nell'accoglierla, illudendo di poter far parte del gregge di Dio. La seconda lettura, invece, tratta da Ap 7,9.14b-17, descrive il gregge di Dio come la comunità dei salvati con "il sangue dell'agnello".
Il Vangelo di questa domenica, raccogliendo il messaggio proclamato nelle prime due letture, sviluppa il tema dell'ascolto e della conoscenza tra il pastore e il gregge.
La fede nasce dall’ascolto. Dall'ascolto della Parola, nasce il discepolo di Cristo, di colui che segue il Pastore supremo, guida e compagno di viaggio durante l'itinerario terrestre "e non lascia perdere e rapire le sue pecore". 
La caratteristica del discepolo è quella dell’innamorato della Parola, perché l’ascolto conduce all’intimità ove si scopre l’importanza di nutrire la propria vita della Parola di Dio. Il Signore lo incontriamo in quella Parola che ascoltiamo la domenica a Messa, in quella Parola ascoltata, meditata. Essa deve diventare sempre più un’oasi di pace e consolazione, un tempo di rigenerazione. Mettersi, allora, in ascolto della Parola significa sentire il bisogno del Signore e lasciarsi condurre da Lui, ovunque ci conduca. Il Sinodo che stiamo facendo deve ridare questo primato alla Parola per conoscere profondamente l’Amato e seguirlo.
L’Amato, Gesù, è Colui che dona a noi la vita eterna, cioè la vita piena. Quella linfa vitale che non si consuma: cresce e si rinnova conducendomi verso la pienezza.
Gesù a tutti offre la vita eterna, però "sembra che solo qualcuno" faccia parte del gregge o per capire meglio, solo "coloro che ascoltano la sua voce, che la riconoscono". Quanta verità in queste parole.
Ogni giorno siamo sommersi e sollecitati da tante voci. Anzi, spesso le voci diventano brusio, rumore, confusione. Le nostre orecchie, senza volerlo, sono toccate da tanti suoni. Eppure, sappiamo riconoscerle queste voci perché sono di persone che ci conoscono. Siamo anche in grado di capire quali sono i loro sentimenti dai toni della voce, dalle pause, dalla forza o dalla tenerezza delle parole. Purtroppo, molti di noi non conoscono la voce di Dio. Per conoscerla, per ascoltarla dobbiamo vincere il nostro egoismo. Invece, noi ci limitiamo ad ascoltare la Sua voce a Natale, Pasqua e festa patronale, immergendoci poi nelle mille scuse, facendo così difficilmente possiamo ricordarci della voce di Colui che ci ama, che ci prepara un posto, che ci offre la vita eterna tutti i giorni, sempre.
Quanta paura in noi. Forse non ci piace la vita eterna. Forse perché parlare di vita eterna significa parlare di morte e la morte lungi da me. Eppure, siamo stati battezzati nella sua morte per la vita eterna.
Seguire Gesù significa sperimentare la vita eterna e non i beni materiali, terreni; saremmo come il giovane del Vangelo: superbo, egoista, orgoglioso, che tiene il cuore ben chiuso, sigillato, all’amore di Dio. Impariamo a stare con Gesù. Se siamo con Gesù, nulla di noi andrà perduto. 
La nostra vita è una continua conversione a Dio, e in questa conversione Gesù cammina con noi e ci conduce alla verità tutta intera. E nulla ci potrà strappare dalla mano del Signore. La vita potrà strapparci la salute, una persona cara ma niente ci strapperà dall’amore di Dio. Davanti abbiamo il Pastore forte che veglia e protegge il suo gregge. Nulla di cui, allora, aver paura. Fidiamoci di Gesù. “Niente ti turbi, nulla ti spaventi. Chi ha Dio nulla gli manca. Solo Dio basta”, dice santa Teresa d’Avila.
Purtroppo, viviamo tempi sempre più difficili che sconvolgono un po’ la vita di tutti. I fatti che stravolgono ci fanno chiudere dentro noi stessi e fanno emergere il peggiore che è in noi. Però in questa situazione, non scegliamo volontariamente di allontanarci da Dio, sarebbe la nostra sconfitta, la sconfitta della nostra vita. Ricordiamoci: Dio difende ogni vita nonostante tutto, ma solo se lasciamo aperta la porta della nostra vita, perché Lui possa entrare e trasformarla con la luce della Sua Pasqua.
In questa domenica la Chiesa ci invita a pregare per i nostri pastori. Che continui a chiamare sempre nuovi pastori. Stiamo attraversando una tribolazione anche a causa delle nostre colpe. Ma siamo la Chiesa non dei perfetti, ma dei peccatori salvati, perdonati. Non il popolo dei giusti, ma di figli. 
Preghiamo allora che nelle nostre comunità ci siano nuovi cuori disponibili ad essere associati al cuore del buon Pastore, per condurre altri cuori al cuore di Dio: la vita eterna.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!




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