giovedì 11 agosto 2022

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

DIVORATI DALLA STESSA PASSIONE DI DIO


In queste domeniche stiamo percorrendo con Gesù "la salita verso Gerusalemme" con la piena consapevolezza che la meta di quel viaggio è la Città santa che uccide i profeti e li rigetta (cfr. Lc 13,33-34) e che diventa, attraverso la morte in croce, il luogo del suo esodo da questo mondo al Padre (cfr. Lc 9,31; Gv 13,1).
Durante questo percorso, Gesù continua a donare a ciascuno di noi perle di saggezza utili per poterlo seguire. Purtroppo, ci ritroviamo con un linguaggio che magari ci porta fuori pista. Infatti, ascoltiamo toni apocalittici, di giudizio, di divisione così come mostra la Liturgia fin dalla prima lettura presa dal libro del profeta Geremia, dove troviamo uno scenario di divisione, uno smantellamento delle varie idee nazionalistiche con le quali veniva controllato il popolo.  
Oggi, più andiamo avanti, sembra che questo linguaggio non ci appartenga, lo respingiamo. Troppe idee vagano nella società sia civile che religiosa e francamente ci ritroviamo stanchi, nauseati. Quasi quasi non abbiamo voglia di contestare una società simile perché vogliamo stare in pace, non vogliamo essere disturbati, vogliamo prenderci il meritato riposo da tutto e da tutti... anche da Dio.
E mentre ci troviamo ancora tra la calura estiva e il temporale, ecco che ci viene ricordato la passione di Dio per ciascuno di noi.
Quante feste patronali magari ce lo ricordano ma noi non ci facciamo caso, perché attenzioniamo di più se ci sta la processione lungo le vie della città, i fuochi di artificio piuttosto che il Vangelo e la passione di Dio per noi. Eppure, nonostante tutto, c’è “un roveto che arde e che non si consuma” (Es 3,3).
Ai nostri occhi ciò che arde si consuma, diventa cenere ma Dio non finirà mai in cenere. Anzi la sua passione ardente serve a dimostrare che troppo spesso il nostro modo di pensare Dio, è insufficiente a comprendere pienamente le vie di Dio. Ecco perché l’evangelista Luca ci parla del desiderio di Gesù: il desiderio del fuoco, della luce, dell’amore che è venuto a portare. Ed è proprio in questo periodo, mentre siamo avvolti da varie idee, che siamo chiamati a riflettere sul senso della nostra felicità, quella piena e duratura, a riflettere sul senso di essere cristiani oggi, l’evangelista Luca con il vangelo odierno, ci vuole dare un indirizzo che è racchiuso in quel grande desiderio di Gesù. È un desiderio che spera di realizzare con ciascuno di noi, perché anche noi potessimo avere la sua stessa passione nella vita di ogni giorno.
La società purtroppo è spezzata sotto questo profilo: se da una parte c’è qualcuno che si toglie la vita arrogandosene il diritto (o la toglie agli altri), dall’altra c’è chi lotta per la vita e muore dicendo che “tutti viviamo un tempo limitato e di esserne grati per questo”.
In questo contesto Gesù continua ad essere segno di contraddizione, di divisione e per chi non lo capirà mai, segno di scandalo (cfr. Lc 2,34-35), intanto la sua Parola continuerà a “bruciare come fiaccola per ricondurre tutti quei cuori traviati” (cfr. Sir 48).
Quanta coscienza davanti a questa pagina di Vangelo! Certo, Gesù è cosciente che seguirlo non è facile, è fatica. Noi stessi che siamo a meditare questa pagina, ad andare a Messa, a fare una buona azione, spesso notiamo la fatica e non la gioia di essere cristiani.
Vi è in tutti noi una tiepidezza... eppure dentro, nel più profondo di noi vi è quel calore che si chiama amore. È quest’amore che dobbiamo donare, partendo da noi stessi, iniziando dal nostro cuore.
In questa domenica siamo chiamati a riflettere su che tipo di cristiano vogliamo essere: portatore di divisione e scandalo seguendo lo stile di Gesù oppure un cristiano tiepido?
Nella nostra vita quante paranoie ci facciamo ma mai riflettiamo su domande di senso; mai ci chiediamo se veramente stiamo seguendo Cristo o noi stessi. L’autore della lettera agli Ebrei ci invita a fissare lo sguardo su Gesù. Alzare lo sguardo su Gesù significa essere immersi in Lui, nella sua passione per la vita. Fissare lo sguardo su Gesù è una scelta di vita, perché chi vede Gesù vede il Padre e scopre la sua vera identità di figlio; significa entrare nella relazione vitale con Dio, la stessa relazione filiale vissuta da Gesù con il Padre.
Non perdiamo di vista questo sguardo di Gesù. È facile perderlo, però il suo è sempre posato su di noi e lungo il percorso si ferma, se è necessario, per poter riprendere quel cammino insieme. Qualcuno, forse, durante il cammino imiterà Cristo in una maniera più profonda fino ad arrivare all’atto più estremo dell’amore: dare la vita.
Seguire Gesù allora non è una devozione da praticare in chiesa, anzi spesso le persone devote sono coloro che per primo non riconoscono Dio nella loro vita e nella vita degli altri. Seguire Gesù è lasciarsi infiammare della sua stessa passione, passione che solo lo Spirito Santo può donare. Con l'azione dello Spirito Santo, la nostra vita diventa fuoco, come la vita del profeta Elia la cui vita bruciava come fiaccola (Sir 48,1) che ravviva, scalda e motiva il nostro vivere e tutte le nostre scelte, per essere incendiari d’amore in una lotta quotidiana e a volte dolorosa, per uscire dal materialismo e dalla vita ovattata che tutti oggi viviamo, portando nel nostro mondo l’amore passionale di Dio.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!





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