giovedì 18 agosto 2022

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

PASSARE ATTRAVERSO LA PORTA DELL'AMORE


Siamo alla XXI domenica della nostra ferialità, del nostro tran-tran della vita di tutti i giorni, dove aneliamo la salvezza da tutti i pori.
A questo anelito risponde il Vangelo odierno, preso dalle pagine di san Luca, indicandoci la via della salvezza, la via della felicità.
Il Vangelo presenta un tale che in qualche maniera ci rappresenta e che chiede a Gesù quanti sono coloro che si salvano, coloro che saranno felici.
Sembra una domanda che risponda al nostro mondo personale mescolato tra il sacro e il profano, una domanda che cerca la risposta giusta che possa calmare la nostra ansia, la nostra sete di felicità.
Gesù non risponde a questo tipo di domanda, non entra in discussioni perditempo, piuttosto ci provoca, vuole che nella vita siamo responsabili, che facciamo delle scelte concrete, ben precise orientate alla felicità, una felicità piena d'amore, di libertà. Tutto questo oggi appare come una utopia, in quanto non cerchiamo la salvezza, cerchiamo di più i vari salvatori di questo mondo in base alle nostre esigenze quotidiane. Però questa non è una utopia, tante sono le situazioni in mezzo a noi che cercano amore, felicità, libertà.
Gesù ci dà quest’opportunità dicendo che è dono di Dio per tutti. La salvezza è un dono, a cui non si ha diritto perché iscritti all’ufficio parrocchiale. Un dono che si riceve con gratitudine e con un'accoglienza libera e responsabile. Per questo Gesù indica subito una via che può rispondere a quella domanda di senso, invitando a passare per la “porta stretta” come ha fatto lui.
Ciò significa il coraggio di lottare, di impegnarsi al massimo per "passare attraverso la porta stretta". Significa andare ogni giorno contro corrente, alleggerirsi di tutto ciò che ingombra, diventare piccoli. È una lotta di tutti i giorni (il verbo “sforzatevi”, indica proprio una lotta agonistica che ci accompagna nella vita spirituale di tutti i giorni) che avrà fine solo con la nostra morte. Ogni giorno, quindi, è sempre un inizio, come ricordano i nostri santi, ogni giorno siamo all’inizio della nostra perfezione. Occorre ricominciare sempre e nuovamente con tutto il cuore, senza scoraggiarsi. Ciò richiede impegno contro il proprio egoismo, contro una vita disordinata. Il lasciarsi andare, l'adagiarsi senza sforzo, è la via verso il fallimento e la disperazione.
Certo ognuno di noi è unico e irripetibile, anche coi suoi difetti, e forse questo costa tanta fatica al cambiamento. Gesù però non ci chiede di essere un’altra persona, gli va bene così come siamo, ci ama così come siamo. Ci chiede, piuttosto, un atteggiamento diverso da quello che magari stiamo usando in questo momento, ma che non ci rende felici, non ci fa andare oltre il nostro naso.
Non basta andare a Messa, recitare il rosario e altre preghiere e poi essere ripiegati nel proprio mondo, anche quello religioso. Non possiamo arrogarci il diritto di entrare in Paradiso solo perché abbiamo partecipato chissà a quante Sante Messe o aver ascoltato omelie e catechesi varie. Il Signore non ci conosce per questo. Noi abbiamo ascoltato la sua Parola, ma la Parola deve trasformarci, deve essere sempre quel punto di partenza del nostro agire. Quale grave rischio che corriamo: ascoltare la Parola ma non vivere una reale adesione a Lui. Scaldiamo la panca della chiesa ma non ci lasciamo scaldare il cuore dal Signore.
Abbiamo bisogno di alleggerirci di quei pesi che non ci permettono di passare per la porta stretta. Abbiamo bisogno che certe maschere ipocrite cadano dal nostro volto; abbiamo bisogno di sgonfiarci di noi stessi; abbiamo bisogno di abbandonare tutte quelle sicurezze che non conducono da nessuna parte, che non ci rendono felici.
Smettiamola allora di fare i cristiani tiepidi, avendo la presunzione di essere in regola. Smettiamola di zoppicare tra due stampelle e cerchiamo di essere autentici!
Nel Vangelo è riportata una condanna per coloro che sono operatori di ingiustizia, quasi a dirci che dobbiamo praticare la giustizia, vivere umanamente, accogliendo l’altro, essere amore nella vita di tutti i giorni. Ecco la porta stretta di cui parla Gesù: la porta dell’amore, un amore che deve incendiare tutti. E da questa porta che il Signore ci invita a passare, per essere nuovi nel corpo e nello spirito, per salvarci.
I criteri di Dio, quindi, sono diversi da come si possa pensare – ricorda Gesù rivolgendosi agli uomini del suo tempo e a noi – e dunque non perdetevi in questioni secondarie, non giudicate la situazione degli altri (saranno ammessi? Saranno esclusi?). La porta stretta è la via per provare a pensare in una maniera diversa da come ce la propone il mondo; se ci siamo scoperti amati, piccoli, ultimi possiamo scegliere di amare e lo possiamo fare con Gesù, la vera porta, unica via di accesso per l’eternità.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!