venerdì 19 aprile 2024

IV DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

IMITARE CRISTO BUON PASTORE


Siamo arrivati alla quarta domenica di Pasqua che abitualmente è dedicata al “Buon Pastore” e alla “preghiera mondiale per le vocazioni”. Restando al Vangelo, questa domenica possiamo chiamarla anche “della vita” perché il Buon Pastore è Colui che dona la vita, è Colui che mette la sua vita in relazione, che si mette in gioco fino in fondo. Egli è Colui che depone la propria vita, cioè la offre volontariamente con consapevolezza e libertà, la depone per ciascuno di noi, perché ci ama seriamente in modo che anche noi possiamo amare gli altri. Ci ricorda sant’Agostino che «Dio ama ciascuno come fosse l'unico». Egli, infatti, conosce la nostra vita, la nostra realtà, sa di cosa abbiamo bisogno, sa tutto di noi: le nostre gioie e le nostre fatiche, i nostri sogni e i nostri limiti ed è capace di camminare secondo i nostri ritmi di vita, perché ci ha comprato a caro prezzo, riscattandoci con il suo sangue.
Il Vangelo ci presenta anche un falso pastore etichettato come “mercenario”. Egli non conosce e non espone la sua vita a rischio. Egli conosce e guarda solo se stesso, conosce i suoi interessi, fa le cose a pagamento, è chiuso in se stesso: non crea e custodisce legami, relazioni, non sente il peso della responsabilità. Di fronte al nemico, cioè il diavolo, scappa e abbandona le pecore al loro destino, in preda al lupo.
Celebrare la Domenica del Buon Pastore significa vivere l'amore salvante del Cristo, un amore che conquista i cuori per condurli al cuore di Dio: per condurli alla vita eterna. Ci ritroviamo su questa dimensione? Oppure la nostra vita assomiglia al mercenario, che non è capace di relazionarsi e che guarda solo i propri interessi?
Oggi più che mai siamo chiamati a fare sì che la nostra vita somigli sempre più al pastore buono, a prescindere del nostro ceto sociale, lasciando agire lo Spirito Santo su di noi. Il mondo oggi più che mai ha bisogno della freschezza del Vangelo. Abbiamo bisogno che lo Spirito Santo plasmi i cuori di ogni papà e di ogni mamma. Che siano cuori che con passione si aprano alla vita, cuori capaci di grandi slanci, generosi nel donarsi, cuori pieni di compassione nel consolare le angosce del momento presente e cuori saldi per rafforzare le speranze.
Dicevo che questa domenica è dedicata alla giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, perché il Signore mandi alla sua Chiesa dei presbiteri, dei religiosi e religiose, dei missionari e missionarie: «Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (Lc 10,2). Oggi appare sempre meno questa presenza nelle realtà ecclesiali, appare sempre meno questa presenza in mezzo al popolo di Dio. Preghiamo anche per coloro che già dedicano la loro vita a Cristo e al suo Vangelo perché siano rafforzati nella fede e nel ministero. Pregare per questa intenzione è sempre una cosa buona da farsi sempre, ma dovremmo pregare per tutti i battezzati perché nella Chiesa mancano cristiani che abbiano passione per Dio e per l’uomo, vivendo incarnati in un territorio, condividendo con il popolo il cammino e la storia, le gioie e i dolori, le speranze e le angosce. Cristiani che sappiano dare vita non solo a se stessi ma a tutti e a tutto.
Per vivere di questa passione, abbiamo anzitutto bisogno di ripulire l’immagine che abbiamo di Dio, del nostro essere cristiani. Ci stiamo sempre più presentando come cristiani che si sentono padroni della propria vita, magari illudendoci di possederla e padroni della fede magari insegnandolo erroneamente ai propri figli e agli altri. Siamo come i lupi del Vangelo che cercano di spadroneggiare e anche di far del male. Ricordiamoci che il Signore non impone nulla nella vita ma te lo propone per una crescita spirituale e per una vita vera. Il nostro compito è sempre quello di imitare Cristo nelle relazioni con grande passione. Diversamente stiamo riducendo il nostro essere cristiani a una idea morale o a una semplice dottrina.
Allora la preghiera da farsi non sia un riempire spazio di parole rivolte a Dio o di belle cerimonie comunitarie. La preghiera sia invece fatta più di ascolto del Signore che parla al nostro cuore e desidera trovarlo aperto, sincero e generoso.
Quest’anno, dedicato alla preghiera in preparazione al Giubileo, è occasione propizia per riscoprire questo grande dono e dialogare con il Signore, da solo a solo, da cuore a cuore, «per una speranza viva, per un'eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce» (1Pt 1,3-4) perché, come ci ricorda il Papa, «la preghiera è la prima forza della speranza. Tu preghi e la speranza cresce, va avanti. Io direi che la preghiera apre la porta alla speranza. La speranza c’è, ma con la mia preghiera apro la porta» (Francesco, Catechesi, 20 maggio 2020).
Apriamoci allora alla bellezza dell’amore e non alle cose effimere che soddisfano solo un appetito mondano lasciando un vuoto interiore nel corso del tempo. Mettiamo passione per la vita buona del Vangelo. Sentiamoci amati e lasciamo che la nostra vita trovi la sua bontà e bellezza solo nella misura dell’amore, nella misura in cui sarò dono per l’altro.  

Buona domenica nel Signore a tutti voi!






immagine: https://sites.google.com/site/laverareligionecristiana/Home/gesu-buon-pastore-dipinti-e-icone