giovedì 10 ottobre 2024

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

LIBERA IL TUO CUORE FACENDO SPAZIO A DIO


L’evangelista Marco pone come obiettivo nella brevità del suo Vangelo non solo l’aspetto di Gesù, Cristo, Figlio di Dio ma la sua sequela. Ci troviamo lungo la strada in ascolto degli insegnamenti di Gesù che narrano anche tante storie della quotidianità.
Questa domenica vediamo la storia di “un tale” che corre pieno di gioia verso Gesù per porgli una domanda di senso, profonda: il desiderio della vita eterna. Che bello vedere questa scena, anche se l’epilogo si presenta triste.
Desiderare la vita eterna, desiderare Dio è scritto nel cuore di ogni uomo, in quanto creatura di Dio e Dio, da parte sua, non finirà mai di attrarre a sé l’uomo, perché lo vuole felice.
L’uomo del Vangelo si presenta schiavo delle sue paure, qualcosa lo affligge e fa una fatica per una scelta giusta nella vita, come succede ai nostri giorni con tanti giovani o con adulti che vogliono vivere una vita spensierata e di divertimento.
Gesù a questo tale risponde elencando cinque comandamenti e un precetto (non frodare) che non riguardano Dio, ma le persone. In altre parole, Gesù non sta chiedendo la fede o come ha creduto in Dio fino a quell’istante, ma come ha amato. Gesù sta dicendo che la salvezza si gioca nei rapporti con gli altri: per la salvezza e la beatitudine futura tutto si decide sull’amore concreto vissuto qui e ora verso gli altri.
La fretta della vita fa rispondere precocemente, tanto da non capire il grande amore di Dio per la sua vita e per la vita di tutti: “Maestro, tutto questo l’ho sempre fatto ma mi sento sempre insoddisfatto!”. Questa persona si sente insoddisfatta perché in lui ci sta una beatitudine dimenticata: “Beati gli insoddisfatti, gli inquieti, beati perché diventeranno cercatori di tesori, mercanti di pietre preziose”. Nonostante tutto, l’incontro che questo “tale” fa con Gesù è pieno d’amore: lo sguardo di Gesù si è posato su di lui, perché anch’egli, a sua volta, possa posare il suo sguardo su quanti incontra nella sua vita. Gesù riconosce che in quella persona vi è una sincera ricerca spirituale e lo aiuta a fare il salto di qualità, lo vuole immettere sulla via della Croce amandolo. Questa è una prima esperienza che si fa quando si incontra Gesù: accorgerci di essere amati per poter amare gli altri.
Gesù rivolgendosi verso il “tale” gli dice che “una sola cosa gli manca”. Gli dice che nel suo cuore Dio è assente, il suo amore è mancante e per farlo capire a tutti, Gesù stesso fa la prova del nove: lo invita a lasciare tutto, a lasciare le proprie ricchezze, per poterlo seguire nella strada di ogni giorno. E qui nasce il problema, che non sono gli altri ma il cuore dell'uomo.
Purtroppo, il cuore di questa persona non è capace di incrociare lo sguardo d’amore di Gesù perché schiavo di un idolo; il Vangelo parla di ricchezze e la ricchezza è tutto ciò che mi lega e di cui ne sono schiavo e che spesso mi piace possedere; tenerla per me senza condividere; per questo quel “tale” del vangelo “si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni”.
Non è la prima volta che Gesù incontra dei ricchi. Ricordiamo Zaccheo, Levi, Lazzaro, Susanna, Giovanna. Questi con le loro ricchezze hanno creato comunione, hanno amato gli altri. Hanno capito che non devono essere schiavi della loro ricchezza ma a saperla condividere, consci che la vera sicurezza non è nell’accumulo ma nella condivisione.
Non sappiamo cosa abbia deciso dopo quel “tale”, certamente è entrato in discernimento per capire cosa vuole fare nella sua vita. Intanto Gesù a chi lo segue fa capire la difficoltà di entrare nel regno di Dio se si rimane legati alle ricchezze e “alzando la posta” per coloro che sono schiavi di se stessi, aggiunge la saggezza popolare del cammello e della cruna dell’ago.
Questa domenica Gesù fa capire che la vera ricchezza è l’amore che puoi donare, l’accogliere l’altro, il denaro che puoi condividere. Quando diamo amore senza nessun tornaconto, ci arricchiamo e contribuiamo a creare la civiltà dell’amore. Quindi la vera ricchezza non è il conto in banca ma il cuore che hai. Entrare nel regno di Dio significa essere poveri in spirito. Seguire Gesù, stare con lui richiede quel liberarsi da quegli idoli che soffocano la vita, che conducono alla morte spirituale e lasciare che lo spirito di Dio agisca nel nostro cuore. Ricordiamoci però che Gesù non scende mai a compromessi: o scegli il potere delle ricchezze facendo a meno di Dio o scegli Lui ma sappi, se scegli Lui, non avrai una vita comoda, perché la vera ricchezza dice Gesù, si concretizza nella Croce che non è una questione di sacrifici ma di amore, un amore che moltiplicherà i cuori, dice Gesù a Pietro, in quanto ricco dell’amore di Dio.
Impariamo allora a liberare il nostro cuore per far spazio alle grandi meraviglie di Dio, sapendo che Lui è presente ed è salvezza operante!

Buona domenica nel Signore a tutti voi!