mercoledì 5 marzo 2025

I DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)

TRASFORMARE IL DESERTO IN UN GIARDINO D'AMORE


Mercoledì, con il rito delle imposizioni delle ceneri, abbiamo dato inizio al Tempo di Quaresima che ci aiuta a celebrare meglio la festa più grande di tutto l'anno liturgico: la Pasqua.
Una prima domanda che possiamo farci potrebbe essere questa: come abbiamo iniziato la Quaresima? Come siamo arrivati a questo tempo particolare dell’anno liturgico?
Se ci guardiamo alle spalle magari ricorderemo la sofferenza vissuta o magari che stiamo vivendo ancora. Ricorderemo episodi che ci hanno ferito o che ci hanno lasciato inermi. Per non parlare delle follie delle guerre in atto o di idee o pensieri che si vogliono imporre in nome della libertà.
La Quaresima anzitutto ci vuole ricordare il tempo vissuto per gettarci nel tempo favorevole, per capire spiritualmente quanto abbiamo vissuto, perché Dio continua a parlare nella nostra storia ed entra nella nostra vita.
Quindi la Quaresima non è un andare in cerca di un ottimismo ma di guardare alla nostra vita con speranza, magari iniziando a far cadere quella maschera, non di carnevale, quella che ci nasconde da quello che veramente siamo, in modo da incontrare il Signore della nostra vita e della nostra storia.
Forse queste parole in questo momento a qualcuno non diranno nulla in quanto nella sua vita non vede speranza ma solo cadute e ricadute, oppure pensa che sia solo una perdita di tempo. Ebbene la lotta contro il male non è una perdita di tempo e tantomeno non dura un giorno per poi cantare vittoria, ma ci sarà fino alla fine dei nostri giorni. Ecco perché la liturgia ci fa sempre iniziare la prima domenica con il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto, tentazioni che secondo Luca saranno sempre presenti nella sua vita, fino alla fine (cf. Lc 23,35-39). Del resto, anche Gesù sapeva che sta scritto: «Figlio, se vuoi servire il Signore, preparati alla tentazione» (Sir 2,1).
Chiediamoci pure: perché questo deserto? Perché queste tentazioni?
Tutti sappiamo, direttamente o indirettamente, che il deserto è un luogo privo di tutto, privo di quelle comodità che andiamo cercando e non riusciamo a farne a meno. Gesù sa benissimo che affrontando il deserto dovrà spogliarsi di quello che ha per accogliere e vivere dell’essenziale. Gesù conosce bene che la solitudine fa dimenticare i rapporti con gli altri. Gesù sa bene che non cibarsi è una verifica del proprio limite, della propria fragilità, della propria creaturalità e quindi della mortalità. E Gesù va proprio nel deserto per questo motivo. Gesù va nel deserto per sconfiggere il male. Ma solo sperimentando questo, si arriva alla conoscenza profonda di se stessi e anche della realtà che ci circonda. Fare deserto, allora, è un tempo favorevole per la nostra anima, è un tempo favorevole per risollevarci dalle nostre macerie. Per questo il deserto per noi è un invito ad esaminare la propria vita, la propria storia, alla luce della Parola di Dio contro le seduzioni del maligno e capire cosa realmente conta nella vita.
Di conseguenza la tentazione si fa necessaria e non ci possiamo sottrarre. Neanche Gesù lo ha fatto, insegnandoci che le tentazioni sono un mezzo di maturazione, che ci aiutano a fare ordine nella nostra vita, nelle nostre scelte, nei rapporti con gli altri.
Mercoledì abbiamo sentito quest’invito: “convertitevi e credete al Vangelo”, nel momento in cui furono imposte le ceneri sul nostro capo in segno di penitenza, perché, attraverso l'itinerario spirituale della Quaresima, giungiamo completamente rinnovati a celebrare la Pasqua di Cristo nostro Signore. Questo, allora, è l’invito della Quaresima: convertitevi! A cosa siamo invitati?
Ognuno di noi singolarmente, lo vogliamo o no, siamo invitati a guardare Gesù, a non andare avanti per inerzia, a non accontentarsi, perché la conversione è scoprire nelle situazioni della vita la presenza di Gesù.
La conversione, infatti, non è una pratica devozionale, come se dovessimo coprire un tempo della nostra religiosità. La conversione è cercare Gesù, incontrare Gesù, seguire Gesù, ascoltare Gesù e la Quaresima vuole esprimere un tempo per prepararsi con gioia a quest’incontro d’amore con Gesù. Questo significa che vivere il cristianesimo è una grande rivoluzione che parte dalla superficie per arrivare al cuore, che parte dal proprio io per arrivare agli altri.
Questo allora è il senso della Quaresima. Prendiamo sul serio questo tempo favorevole. Prendiamo sul serio Gesù non come un obbligo, ma come amore di Dio, come amicizia, presenza, forza che ci rende capaci di rispondere al male.
Il Vangelo termina con la figura degli angeli che servono Gesù. Il Signore Dio dona anche a ciascuno di noi degli angeli che ci aiutano a rimetterci in carreggiata, ma chiede anche a ciascuno di noi di essere dei servitori, di essere angeli per coloro che sperimentano il deserto, la solitudine con quella tentazione di essere soli con se stessi.
In questo Anno Giubilare possiamo vivere il servizio, essere angeli nei piccoli gesti d’amore, gesti d’amore che si trasformano in tanta riserva che donano vita e felicità, un modo per trasformare il deserto della nostra esistenza in un giardino d’amore.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!