RINNOVA SIGNORE I PRODIGI DELLA PENTECOSTE!
Con la solennità di Pentecoste, siamo arrivati all’ultimo giorno del Tempo di Pasqua. Questa festa era legata originariamente al mondo agricolo con la festa del raccolto. Poi per Israele divenne il giorno del dono della Torah. Oggi, per tutti noi, Chiesa di Dio, questa festa vuole esprimere il dono della nuova Legge, scritta non più su tavole di pietra, ma sul nostro cuore, grazie all’azione dello Spirito Santo.
Con questa solennità noi rinnoviamo il dono dello Spirito Santo, lo stesso che abbiamo ricevuto nel giorno del nostro battesimo, lo stesso che riceviamo sempre nella celebrazione dei sacramenti che il Signore ci dona in un continuo ricordo della sua presenza viva in mezzo a noi attraverso la voce dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo è il dono di Gesù Risorto: è il suo respiro per ciascuno di noi perché noi potessimo diventare missionari coraggiosi.
Ognuno di noi respira lo Spirito Santo, lo possiede anche se non sempre lo riconosciamo, anche se spesso lo oscuriamo, lo rattristiamo, lo uccidiamo con la nostra ribellione, con il rifiuto del vero amore e della vera vita proveniente da Dio narrataci da Gesù.
Questo noi oggi celebriamo: lo Spirito che ci santifica, che ci valorizza nella nostra quotidianità per poter amare il nostro prossimo.
Pensare a questo dono con delle condizioni ben precise ci fa subito venire alla mente che non si scherza. Alle volte, lo stesso Vangelo lo prendiamo con superficialità e poi continuiamo a vivere da dissoluti come se tutto fosse permesso.
La Liturgia della Parola ci ricorda il mandato che tutti abbiamo ricevuto, non solo quello di essere testimoni, ma soprattutto di come esserlo: vivendo secondo lo Spirito!
Che significa vivere secondo lo Spirito? Non certo fare gli spiritualisti, vivere sradicati dalla realtà, dal nostro quotidiano. Neppure significa “affogare” dentro le realtà contingenti fino a non sapere perché viviamo, dove stiamo andando e quale grande valore può avere ogni momento se viviamo secondo lo Spirito, ossia in conformità al precetto dell'amore.
Lo Spirito Santo è proprio l’amore in persona! È lui che ti abilita ad amare bene, iniziando da te stesso per amare bene Dio, gli altri e ogni creatura. Senza lo Spirito Santo il nostro amore è fragile e malato. Con lo Spirito Santo il nostro amore si purifica, si vivifica, si rinvigorisce e diventa quello di cui abbiamo bisogno per essere autenticamente “persona”, cioè, liberi da individualismo e propensi a incontrare l’altro in profondità, in unità e in piena comunione.
La Parola di Dio ci dice che Dio ci fa un dono da vivere nella vita. Questo dono lo possiamo accogliere solo se ci sta un legame profondo che ognuno di noi instaura con Gesù risorto. Un legame di amore che rispecchia quello preveniente del Padre (Gv 3,16) e del suo Figlio Gesù (Gv 13,34). Un amore totale, trasparente, disinteressato, completamente dedito al bene dell’altro, fino al dono di sè, perché in questa festa vi è racchiuso il "per sempre di Dio" che dobbiamo celebrare ogni giorno della vita. Per questo la solennità di Pentecoste ci richiama a una vita nello Spirito. Vita che non possiamo improvvisare, abbiamo bisogno dello Spirito Santo che è il maestro di vita interiore, con Lui è come un tornare a scuola per essere educati alla disciplina dell'amore e alla partecipazione piena della comunione con Dio Padre e con Dio Figlio.
Non dimentichiamo che nel giorno di Pentecoste era presente la Vergine Maria, «il sì eterno di Dio». Anche Maria fu educata dallo Spirito Santo alla disciplina dell’amore e fu la prima cristiana ad accogliere nella sua vita lo stesso Spirito per essere la Madre di Dio. Noi in questo momento la ricordiamo in preghiera insieme agli Apostoli. Per questo insieme a Maria vogliamo ripetere questa invocazione: «Rinnova, Signore, i prodigi della Pentecoste». Un’invocazione decisiva per ciascuno di noi, per tutta la Chiesa. Chiediamolo dal profondo del cuore, perché si realizzi concretamente.
Come possiamo realizzare questi prodigi? Con la consapevolezza di essere totalmente dipendenti dal Signore; che senza di lui, senza la sua presenza, senza la sua grazia, non possiamo fare nulla, in quanto aridi, sterili e che ogni nostra opera personale o collettiva è destinata al fallimento. Per questo è importante la preghiera in quanto relazione, “rapporto di amicizia con Colui che ci ama” (S. Teresa d’Avila), comunione con Dio. Il tempo che dedicheremo ogni giorno alla preghiera sia davvero il centro e il cuore della nostra vita, della nostra vita personale e della nostra vita comunitaria.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di ritornare a quella dipendenza per rendere viva la presenza del Signore nella ferialità della vita, perché Dio continui ad essere Dio ovunque, anche nei crocicchi della vita.
Allora invochiamo sinceramente lo Spirito Santo perché ci strappi dalle incertezze della vita e ci converta a Lui, perché si rinnovi il prodigio di una vita animata dalla carità, fervorosa nella missione, gioiosa nella speranza. Renda la nostra vita segno dell’amore di Dio!
Buona domenica di Pentecoste a tutti voi!