mercoledì 20 agosto 2025

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

PASSARE PER LA PORTA STRETTA


Continuiamo il nostro percorso di fede con Gesù, diretti verso Gerusalemme, senza sosta. Con Lui percorriamo con risolutezza quella via che lo porterà all'ingiusta morte di croce. Questo percorso è un motivo fondamentale che lo stesso Evangelista vuole evidenziare per noi: camminare con Gesù.
Questa domenica sembra che il cammino si sia trasformato in una palestra particolare. Oggi si parla molto di fitness, la Parola di Dio parla di fitness spirituale; infatti, stiamo parlando della “corsa della salvezza”. Del resto, anche san Paolo ricorda la sua vita come una corsa verso una meta ben precisa (cf. Fil 3,8-14).
L’evangelista Luca, fin dalle prime righe di questa pagina del Vangelo, mette in bocca a “un tale” questa domanda rivolta a Gesù: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”.
Gesù non risponde direttamente alla domanda, ma orienta verso una introspezione della vita, verso una responsabilità con una immagine e un movimento: passa dalla porta stretta.
Questo passare dalla porta stretta è inteso come una lotta. Di quale lotta si parla? La lotta cui si fa riferimento è la stessa che il Signore ha affrontato nella sua passione con la preghiera (cf. Lc 24,44). A tal motivo verso la metà del XVIII secolo sant’Alfonso Maria de Liguori disse: “chi prega si salva, chi non prega si danna!”. Ma siamo sicuri che basti solo la preghiera per salvarsi? Oppure, visto che siamo nell’anno Santo Giubilare, basta attraversare la porta Santa per essere salvati?
Direi di no. Gesù parla sì di una porta stretta, piccola, ma non parla di quella materiale parla di se stesso. Passare attraverso di lui significa farsi piccoli come lui, perché solo i piccoli riescono a passare per le porte strette e piccole non di certo un obeso. Ecco perché altrove Gesù ci ha detto: «se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3).
Questa domenica abbiamo Gesù che appare come profeta che ammonisce, avverte, minaccia così come faceva il Battista. E questo per scuotere alle esigenze del Regno. Per questo abbiamo l’immagine di una porta stretta.
Abitualmente ciò che è stretto è quanto non ci sta bene. La porta stretta rappresenta, non solo Gesù, ma le difficoltà, la mortificazione, il sacrificio, tutto l’opposto alle comodità. “Il Vangelo, infatti, è uno specchio impietoso: riflette ciò che è umano, denuncia ciò che è disumano” (D. Battaglia). Questa è la via di Gesù, è questa la porta che ci fa entrare in Paradiso, la via difficile e stretta, la via povera, la via della rinuncia. Per questo Gesù mostrandoci la porta stretta ci invita alla conversione che è la stessa vita che ha tracciato Gesù, perché è Lui il metro di misura della nostra vita e non il nostro comune pensare. Per vivere come Lui, per vivere dei suoi insegnamenti occorre liberarsi di quella corazza che tutti i giorni indossiamo. Togliere gli eventuali chiavistelli o paletti che sempre mettiamo al nostro cuore. Occorre svegliarci dal torpore spirituale, dall’abitudine al devozionismo, dal non impegnarci alla sua sequela.
Riempiamo di senso la nostra vita partendo dalla piccolezza del cuore, umili e disposti a servire gli altri come fece Gesù durante la sua vita terrena. Per tanti è facile entrare in chiesa, partecipare a una Messa, farsi la comunione ma per tanti è difficile attraversare la porta stretta che richiede sacrificio e rinuncia alle comodità della vita, ma solo attraverso di essa si può raggiungere la salvezza e sedersi alla mensa del Regno di Dio.
Gesù questa domenica ci mette davanti la porta stretta perché vuole che facciamo una scelta consapevole per seguirlo e vivere secondo il suo Vangelo, testimoniando una vita vissuta nell’amore e nel servizio verso gli altri. Questa sembra una strada destinata a pochi privilegiati, ma non è così: è aperta a tutti coloro che decidono di abbracciare lo stile della vita che Lui ha abbracciato e indicato attraverso il Vangelo. Proviamo allora a non addolcire, come a volte siamo tentati di fare, il messaggio di Gesù che ci indica la via della salvezza. Il cammino che stiamo facendo, infatti, è verso la croce e non verso il circo.
C'è bisogno di guardarci dentro. Ecco perché Gesù sposta con decisione la prospettiva dal “chi” al “come” in quanto certe domande le considera sterili perché non hanno alcuna attinenza con la vita reale. Allora, senza nessun fraintendimento, non saranno la quantità delle Messe, i posti in prima fila, non la quantità delle comunioni, non la quantità delle benedizioni, ma la purezza di cuore, la purezza di un bambino che ci salva.
Chiediamo durante l’Eucarestia domenicale di essere purificati da quei bagagli personali, da quella presunzione, dall’orgoglio spirituale e accogliere dentro il proprio cuore, in piena umiltà, Dio perché ci trasformi come Lui: in amore, in misericordia, in perdono.
Continuiamo allora il nostro percorso di fede santificandoci lasciando combaciare il nostro orizzonte non col proprio io, ma con Dio e con la logica del Regno.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!