sabato 15 settembre 2018

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

IL VERO MESSIA
È UN SERVO SOFFERENTE


In questi giorni abbiamo celebrato l'esaltazione della santa Croce e la Beata Vergine Maria addolorata. Credo due celebrazioni che anticipano e spiegano molto bene la liturgia di questa XXIV domenica Per Annum.
Nella nostra vita amiamo molto il chiacchierare. Sembra che chi non parla sia una persona fuori da un contesto sociale. Il contesto sociale, purtroppo, sta crescendo male e ognuno copia il comportamento dell'altro fatto di vocio e pregiudizi.
Anche al tempo di Gesù era così. Su di lui correvano voci e pregiudizi (e giudizi). Ci stava pure chi ne parlava bene e chi lo calunniava o lo odiava. In pratica ognuno dava una propria identità a Gesù. 
Il Vangelo di oggi trova un Gesù che "indaga": "la gente, chi dice che io sia?". E i discepoli si lanciano a raccogliere il sentire comune. A Gesù interessa proprio questo? Non pensiamolo nemmeno. Infatti usa un'escamotage per dire ai discepoli: "voi chi dite che io sia?". Cioè "io chi sono per te?". Domanda di sempre che ancora oggi, come abbiamo anticipato, non siamo in grado di rispondere (il vangelo registra un grande silenzio in merito) o tentiamo di dare risposta secondo il proprio sentire. 
Nel pensare a chi è Gesù vogliamo e continuiamo a rifiutare il suo essere "follia" e "scandalo". La logica di Gesù però non è la nostra. Forse ci può aiutare a capire questa logica quando siamo rifiutati, quando siamo traditi e pugnalati alle spalle, etc. allora possiamo sollevare lo sguardo alla logica di Gesù, quella logica che si chiama amore e che dall'alto della Croce, dove la Sacra Scrittura dice "pende il maledetto" (cfr. Dt 21,23; Gal 3,13) possiamo trovare una risposta da dare a Gesù e alla nostra vita.
Ecco perché la sola, la vera identità di Gesù è quella proclamata da Pietro: “Tu sei il Cristo”. Perché il suo amore, il suo essere servo non è una passeggiata. Chi professa la fede in Lui con lui deve salire il Golgota e insieme a Lui deve lasciarsi crocifiggere. 
Vivere il cristianesimo non significa essere dei farfalloni, non significa dare risposte perché possediamo la risposta di Gesù, ma professare con la propria vita che Gesù è il Cristo sofferente. Chiediamoci allora: come la viviamo?

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!

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immagine, fonte: http://la-domenica.it/xxiv-domenica-del-tempo-ordinario-2018/#2605