mercoledì 28 novembre 2018

MERCOLEDI' XXXIV SETTIMANA TEMPO ORDINARIO

«Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita»

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,12-19)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».


In questo periodo stiamo ascoltando alcune questioni fondamentali della nostra esistenza, magari qualche aspetto con un linguaggio apocalittico e continueremo ancora ad ascoltarlo.
Il Vangelo odierno non fornisce soluzioni particolari alle questioni della nostra vita, si chiude invece con l’invito a perseverare nonostante tutto. Perché? La perseveranza è l'arte dell'uomo vigilante, è l’arte del vero credente perché mostra la sua fede genuina. Quindi la perseveranza è nella fede.
Nella nostra vita la perseveranza la confondiamo e la viviamo con la rassegnazione. Essa è un’arma che può trasformarsi in un abito mentale eliminando l’entusiasmo utile a qualsiasi azione. Rassegnarci non è quello che ci chiede il Signore perché sa benissimo che con questo stato d'animo moriremo dentro. Dio è della vita e non della morte.
La perseveranza vissuta bene aiuta a partire e ripartire perché ci mette in atteggiamento di ascolto e non ci butta nell’oblio, in un vuoto. Allora perseveranza è un sinonimo di pazienza, di costanza continuando a vivere la nostra fede. E non solo. È un resistere, continuando a cercare la Verità, affidando la propria ragione alla fede. Il credere, infatti, apre la strada per varcare la porta della verità e la ragione scruta la verità per poter trovare Dio e credere.
Questa ricerca non ci chiama ad essere ostinati ma ad affidarci sempre al Signore, di crescere in Lui e nel suo amore. Chi cresce nella fede si rivela come cercatore di Dio e soprattutto come colui che è cercato da Dio, colui che trova sé stesso e la piena verità del proprio essere in Dio.
Vivere la perseveranza è vivere la beatitudine dell'essere perseguitati. “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,11). E questo non è un optional. 
Per vivere questa dimensione della vita cristiana, molta umiltà e fiducia. È in questo contesto che Gesù non ci abbandona. Ogni volta che la vita cristiana è vissuta nel suo nome, Lui è presente e niente ci separerà dal suo amore. La violenza, i soprusi, l'ingiustizia, la calunnia, la morte. Nulla è più forte dell'amore che ci unisce a Cristo Gesù. (cfr. Rm 8,35-39; Ct 2,8-10.14.16a; 8,6-7).
La forza per ricominciare la battaglia della fede si trova in quella fiducia che abbiamo in Dio, sicuri che da Lui arriverà il soccorso. La fede in Cristo non si vive in un solo attimo. Essa deve accompagnare tutto il percorso della nostra storia. Sì, è vero, siamo fragili ed è in quella fragilità che dobbiamo riscoprire la perseveranza, perché possiamo rialzarci umiliandoci per poi risorgere con la forza infinita di Dio. La salvezza è dalla perseveranza. 
Nella nostra quotidianità siamo chiamati ad essere santi. Più saremo convinti di questo, più il Signore, datore di ogni dono, darà le armi necessarie per arrivarci. Diversamente, cadiamo dalla fede vera, ci smarriamo, ci perdiamo, ci abbandoniamo e ci consegniamo alle tenebre, che poi saranno eterne. C’è bisogno di perseverare nell'amore attendendo i suoi frutti.
Invochiamo lo Spirito di fortezza per continuare a solcare la quotidianità con l’amore che scaturisce dalla Croce di Cristo.