sabato 24 novembre 2018

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

IL MIO REGNO NON È DI QUESTO MONDO


Alla chiusura dell’anno liturgico (ciclo B), la liturgia prende dal vangelo di Giovanni il brano centrale del processo di Gesù davanti a Pilato, incentrato sul tema della regalità con il contesto della passione, dell’Ora di Gesù, in cui croce e gloria coincideranno.
Essere re... nel contesto umano, nel contesto di Dio. In pratica è quanto ascoltiamo oggi. 
Questa festività fu istituita da Pio XI con l’enciclica Quas Primas l’11 dicembre 1925, a conclusione del Giubileo che si celebrava in quell’anno. Era il periodo dominato dai re, dal laicismo, coi suoi errori e i suoi empi incentivi. L'istituzione di questa solennità serviva a contrastare quanto si viveva. Oggi, in Italia, non abbiamo più un Re ma un Presidente. Purtroppo nel mondo abbiamo ancora delle persone che governano da re o da regina, ma abbiamo chi vuol vivere da re.
Chi è il re? È qualcuno che vive in una reggia, che detta leggi da vivere o emette giudizi. In pratica è una persona che possiede la verità sugli altri, che ritiene di averla, che la possiede e quindi uno che soffoca l'altro.
Facciamo bene attenzione a questo. Per essere re sotto quest'ultimo aspetto, non occorre vivere nel palazzo regale. Quante volte, anche noi, abbiamo quella pretesa di possedere la verità sugli altri? Quante volte, nel nostro piccolo mondo antico, aggrediamo l'altro perché pensiamo di possedere la verità mentre l'altro deve adeguarsi a quello che diciamo o facciamo, fino a metterlo in ginocchio? Quanta falsità interiore.
Il re di questo mondo è molto legato all'esteriorità, a delimitare spazi per se che si possano vedere, mostrare, ammirare. Tutto questo, però, non appartiene al cristiano.
Il vero cristiano è re. Ricordiamo il nostro battesimo in cui abbiamo ricevuto quella luce regale che è Cristo stesso. Ma anche qui: non siamo persone che posseggono il sacramento del Battesimo, ma dovremmo essere posseduti dal Battesimo, dalla Verità.
Spesso le nostre assemblee sono piene di persone gonfie di se stesse, che detengono un dominio creando anche lotte interne fino a "scandalizzare il più piccolo".
Essere re secondo Dio è avere un atteggiamento di ascolto, docile, umile, di servizio atteggiamenti che rendono capaci di piegare il ginocchio: questo è il vero potere. 
Molte volte Gesù si è inginocchiato per servire l'altro: "io sto in mezzo a voi come colui che serve" (Lc 22,27) e non come colui che detta leggi e concentrò il tutto in un unico gesto di servizio: cingendosi il grembiule e lavando i piedi. 
Gesù ha lasciato questo esempio da imitare per essere beati. Metterlo in pratica significa cingersi il grembiule dell'amore lavando con la misericordia. Questo è il vero potere e metterlo in pratica rende felici. Per viverlo è importante accogliere fin dal primo momento l'altro partendo da se stessi, dandogli il giusto spazio: l'altro, infatti, sei tu. L'altro è un dono. 
Ecco la vera regalità, dice Gesù, Re. Essa consiste nel mettersi in ginocchio per servire fino in fondo, senza perdere nulla di se stesso (regalità), anzi avrà la gloria eterna.
Che la gioia della regalità, del servizio si impadronisca del nostro cuore e ci incoraggi ad essere servitori del Regno.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!


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