Letture del giorno: Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38
O Chiave di Davide, scettro della casa d'Israele,
che apri e nessuno può chiudere, chiudi e nessuno può aprire:
vieni, libera l'uomo prigioniero
che giace nelle tenebre e nell'ombra di morte
L’antifona
maggiore di questo giorno ci mostra una Chiave e uno scettro: due simboli
regali. Sullo sfondo abbiamo la casa di Davide, dalla quale non sarà tolto lo
scettro (cfr. Gen 49,10) di guida e di comando e nella quale al maggiordomo
spettava il compito di apertura e chiusura delle porte: «Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre,
nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire» (Is 22,22). Un
compito responsabile e gravoso nella casa reale di Giuda, così come lo sarà nella
Chiesa universale affidata alla guida di Pietro al quale Gesù, proclamato
Cristo e Figlio del Dio vivente, consegnerà le chiavi del regno dei cieli, per
legare e per sciogliere (cfr. Mt 16,15-19).
È
sempre Cristo stesso che si rivolge alla chiesa di Filadelfia (cfr. Ap 3,7-8):
il Santo, il Veritiero, Colui che ha la chiave di Davide; quando egli apre,
nessuno chiude e quando chiude nessuno apre.
Egli
è Colui che ci conosce fino in fondo e ci invita alla salvezza attraverso la
meditazione fattiva della Parola di Dio.
A
nessuno viene chiusa la porta della salvezza! Quando la casa di Davide si è
rifiutata di chiedere un segno dal Signore, Dio glielo ha donato ugualmente: la
nascita di un figlio, Emmanuele, Dio-con-noi.
Dio
è sempre presente nella vita di ogni suo figlio. Egli stesso se ne prende cura,
lo protegge e lo custodisce, secondo la promessa.
Questa
promessa si realizzerà grazie all’accoglienza, al sì di un’adolescente: Maria.
Ella darà alla luce un re, successore di Davide, servo del Signore, che darà la
salvezza al suo popolo, anzi, a tutti i popoli della terra, liberandoli dalla
prigionia delle tenebre e dell'ombra di morte, spezzando le catene della
schiavitù (cfr. Sal 107,10; Is 42,7). “Sarà
grande, chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di
Davide suo padre e regnerà per sempre” (Lc 1,32-33).
Questo
è l'annuncio che riceve la vergine Maria mentre stava sbrigando le faccende di
casa a Nazareth, un piccolo villaggio sulle pendici del mondo, poco più di
duecento abitanti fuori dalle rotte commerciali e dai grandi interessi.
Nella
Bibbia questa borgata non la troviamo mai citata. Però secondo alcuni studiosi,
a Nazareth vivono i Nazirei, una parte dei discendenti di Davide, fieri della
loro appartenenza alla casata da cui, secondo le Scritture, sarebbe dovuto
provenire il Messia.
Il
racconto dell'incarnazione ci riempie sempre di stupore e di poesia: nella
quotidianità Dio chiede ad una acerba adolescente di prestargli il suo corpo,
di diventare la “Janua Coeli”, per incarnarsi.
Sant'Ambrogio
e San Bonaventura, chiamano Maria “il
Libro della Vita nel quale è scritto il nome degli eletti”. Per questo le vengono
applicate le parole della Scrittura: “Sollevate,
porte, i vostri frontali” (Sal 23,7); “Aprì
le porte del cielo” (Sal 78,23); “Questo
luogo non è altro che la porta del cielo” (Gen 28,17).
Maria
non è una dea, ma la più piccola delle ragazze di paese dove si è posato lo
sguardo amoroso di Dio. Questa è la logica di Dio che innalza sui troni gli umili e abbatte l'orgoglio dei superbi.
Anche
Maria fa il suo discernimento dinanzi alla Parola. Senza nessun timore chiede
informazioni, non vive sulle nuvole, sa bene cosa significa affrontare il
futuro. Ella è Colei che apre le porte della sua casa, accoglie il messaggero
divino, accoglie la potenza dell'Altissimo che la copre con la sua ombra, ed
esprime la piena adesione al suo disegno salvifico: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola»
(Lc 1,38).
Maria
è la concretezza di cosa significa assumersi la responsabilità di rendere viva,
nella quotidianità, la presenza di Dio.
Maria con il suo sì pratica un sentiero
e rompe ogni indugio. Ora la sua vita è di Dio. È grazie a quel “sì” che Colui
che ci libererà dalla prigionia delle tenebre e della morte in Lei si è
incarnato!
Facciamo
anche noi della nostra vita un continuo “sì” all'opera di Dio in noi.
Ci aiuti
lo Spirito Santo in questo percorso!
immagine: http://caorleduomo.blogspot.com