giovedì 2 maggio 2019

III DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

LA RISURREZIONE NELLA NOTTE OSCURA

Anche questa domenica, il Vangelo secondo Giovanni ci presenta un'apparizione di Gesù Risorto ai suoi discepoli, spostando l'attenzione dalla Giudea alla Galilea.
Davanti a noi si presenta un brano molto ricco, pieno di simboli in un contesto dove l'evento Pasqua non ha ancora toccato, sanato il cuore.
Come al sepolcro, anche questa domenica abbiamo Pietro e il discepolo che Gesù amava, troviamo pure i discepoli che in qualche modo raffigurano quelli di ogni tempo.
Questa è anche la domenica della testimonianza e dell'evangelizzazione. Essa però è accompagnata dalla fatica del cuore, una fatica che non permette di vedere bene il Signore, di riconoscerlo Risorto in mezzo a noi. È una fede celata che "non si riesce neanche a pescare", perché è la pesca senza Dio. Ci ricorda il Salmista: «Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori» (Sal 126,1).
Non è facile accogliere, vivere la risurrezione, perché brancoliamo nel buio, nella nostra notte oscura. La presenza di Gesù e della sua Parola supera ogni ostacolo, supera ogni nostra insufficienza e povertà e nella fede è possibile sfidare gli imprevisti della quotidianità. L'importante è accogliere quanto Gesù ammonisce con perentorietà: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15, 5).  Infatti, il Risorto è presente nella condivisione e non per il semplice fatto che è invocato ma perché la missione è sua!
A noi resta imparare con umiltà. Pietro, nella sua notte oscura, ha imparato a dire sì nell’umiltà. Non è nato santo! Non voleva neanche farsi lavare i piedi dal suo Signore, non lo riteneva giusto. Ha camminato tanto e ha imparato da ciò che ha vissuto e patito per essere vero discepolo del Maestro.
Allora ascoltiamo quel "mi ami?" ... "mi vuoi bene?". Lo sentiremo per tre volte come fu per Pietro. Lui per il suo rinnegamento, noi per tutte quelle volte che la fede vacilla, la speranza affievolisce e di conseguenza per tutte quelle volte che non sappiamo vivere la carità.
Pietro sarà colui che dovrà confermare i fratelli nella fede. Noi coloro che prendono in mano il proprio battesimo da vivere nella quotidianità aiutando chi si trova nel bisogno.
Attenzione, il discepolo che Gesù amava esce di scena, in maniera silenziosa. Nessuno sa nulla di lui, rimane quella domanda di Gesù insieme al suo invito finale. Esso si ripete sempre, tutti i giorni, ad ogni cristiano all'insegna della carità, dell'amore. È l'invito a rimanere suo discepolo fino in fondo, per imparare a conoscere l'Amore senza limite di Gesù, per essere con lui e come lui fino alla morte (cfr. 13,36).
Ci lasciamo allora guidare e illuminare dallo Spirito Santo per capire se veramente vogliamo bene a Gesù.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!





immagine: Tabga, chiesa del primato, https://av-ra-ham.weebly.com