venerdì 12 luglio 2019

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

FARSI PROSSIMO

Continuiamo il nostro cammino con Gesù verso Gerusalemme. L'estate torrida con fenomeni anomali ed estremi magari ci possono distrarre, ma non togliamo lo sguardo da Gesù.
Questa domenica ascoltiamo la parabola del buon samaritano. Non è nuova alle nostre orecchie. Forse mille e mille occasioni abbiamo avuto per scoprire in essa il volto misericordioso di Dio e il dramma dell'uomo.
Lungo la via arriva dall'umanità una domanda: "cosa devo fare per ereditare la vita eterna?". Una bella domanda che fa pensare alla meta ultima: un desiderio profondo che risiede nel cuore dell'uomo!
Questo desiderio, però, è accompagnato da uno sguardo attento e da un'altra domanda: "Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?".
C'è un punto di partenza: io, come leggo? Io, come vivo la mia vita? Io, come amo?
Per far capire Gesù racconta la parabola dell'umanità, possiamo dire di un personaggio che rappresenta l'umanità, che sta facendo un viaggio, non verso Gerusalemme ma da Gerusalemme a Gerico. Il suo orientamento non era il cammino dell'amore, il suo orientamento era tutto al contrario.
Quando non si percorre il cammino dell'amore, quando non si ama il contrario è la morte e quest'uomo incappa su coloro che lo spogliano della sua esistenza, del suo vivere lasciandolo tra la vita e la morte.
Purtroppo si osserva che non è solo la gente comune ad andare dalla parte opposta, verso la morte, ci stanno coloro che prestano un servizio al Tempio, ci sono coloro che vivono delle celebrazioni liturgiche, attaccati alle loro sicurezze e tradizioni, ci sono le persone religiose, appartenenti a qualche Congrega che non percorrono la strada dell'amore e reagiscono giustificandosi che "tanto non c'è nulla da fare, non può essere il mio prossimo".
Ci vuole il passaggio di un eretico, di chi vive nel peccato per far capire come si ama, per far capire che dinanzi all'amore non esistono giustificazioni, per far capire che il prossimo non va ricercato perché sei tu il prossimo dell'altro.
Il Vangelo di questa domenica, ci insegna a percorrere la strada dell'umanità, di coloro che sono in balia del male, privi dell'amore necessario. Siamo chiamati a percorrere la strada dell'amore. Gerico è solo un punto di riferimento, iniziale. Gerusalemme sarà sempre la meta finale.
In un contesto di vita superficiale si passa dalla strada dell'uomo a ritroso, privo di misericordia, nonostante che si scende da quel luogo dove l'Amore ha la sua sede. Occorre ribadire che dobbiamo svuotarci di noi stessi per donare se stessi.
Domenica scorsa dicevamo che dobbiamo essere trasparenza di Cristo. Ebbene, oggi siamo chiamati a concretizzare l'essere trasparenza di Cristo, essere chiesa samaritana, diaconale. Battezzati con viscere misericordiose e non rubricisti o cristiani che sanno dire soltanto "Signore... Signore...".
Siamo chiamati ad imitare Cristo Gesù, il vero buon samaritano, a saper versare  il vino della consolazione e l'olio della speranza, attenti e generosi verso le sofferenze e le miserie dei fratelli (Liturgia, Colletta), a condurre verso la locanda dell'Amore per vivere da veri discepoli di Cristo Servo ed ereditare la vita eterna.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!