mercoledì 24 luglio 2019

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

«INSEGNACI A PREGARE»

Il cammino di Gesù continua e in questa domenica estiva il Maestro vuole dare un insegnamento sulla preghiera. La richiesta viene dai discepoli che spesso lo hanno visto in preghiera, trasfigurato, diverso ed è questa diversità che oggi, anche noi, chiediamo. Forse la calura estiva ci fa pensare poco e niente a questo aspetto della spiritualità di Gesù e magari troviamo delle scuse da legittimare.
Questa richiesta volge nella ricerca in un intimo rapporto col Padre e Gesù non fa altro che insegnare questo suo rapporto con il Padre consegnando la preghiera del Padre nostro.
Abitualmente noi la preghiamo durante la liturgia o la giornata con la versione dell'evangelista Matteo. Luca, amante della preghiera, ci da' una versione tutta sua. Esiste anche una terza versione più antica del Padre nostro e si trova nella Didachè.
Cosa vogliono dirci questa molteplicità di versioni del Padre nostro? La risposta è semplice. Questa preghiera non è una delle tante esistenti, ma è la sintesi del messaggio cristiano, dove ognuno di noi trova una traccia su cui orientarsi per percorrere il suo rapporto con il Padre. Ciò vuole ulteriormente dimostrare che la preghiera non è una formula fissa, rigida ma un mettersi con tutto il proprio essere, in trasparenza, nella luce di Dio, riconoscendoci per quel che siamo, avvertendo quel bisogno di ancorarci sempre in Lui, nel suo amore, nella sua volontà misericordiosa. Allora la richiesta dei discepoli non sta nel fatto di imparare una preghiera tra le tante, ma di entrare dentro il mistero della preghiera, passeggiando col Padre in atteggiamento amoroso, fiducioso. 
Per vivere quest'atteggiamento orante in modo semplice e fiducioso, tre sono i verbi chiave per rivolgerci a Dio ed avere Lui stesso: Cercare, trovare, bussare. L'uomo cerca, bussa e trova nel cuore dell'Amico anzitutto per lodarlo e adorarlo, come è detto nelle parole: «sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno...»; e, solo successivamente, possiamo presentare a Lui le necessità inderogabili della vita di ogni giorno, come il bisogno di nutrimento, sia materiale che spirituale: «dacci oggi il pane quotidiano»; o il bisogno di ordine morale, come il perdono: «perdona i nostri debiti, perché anche noi perdoniamo»; infine, la grande richiesta di aiuto perché nei momenti difficili della prova, il Suo amore misericordioso sia presente: «non abbandonarci alla tentazione».
Questo ci permette di riflettere sulla nostra preghiera; di chiederci: qual è allora la mia preghiera, com'è la mia preghiera, come prego, cosa dico, che cosa chiedo, per che cosa ringrazio il Signore?
Ci aiuta a trovare risposta un carmelitano esemplare, il beato Tito Brandsma, che riassume quella lunga e ininterrotta tradizione con queste parole: “vivere alla presenza di Dio, porsi davanti al suo volto, è una caratteristica che i figli del Carmelo hanno ereditato dal grande profeta” e quest’eredità non è da tenere nel cassetto, ma da vivere e farla vivere. 
Quindi quel "Signore insegnaci a pregare" non è un insegnamento per imparare nuove preghiere o riti ma un chiedere come arrivare a stare alla presenza di Dio e vivere del suo amore nella quotidianità.
Chiediamo sempre di vivere della spiritualità di Cristo Gesù nell'abbraccio, nella gioia, nel dolore, nelle necessità dei fratelli. Sia Lui stesso la nostra preghiera!

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!





immagine: www.cortiledeigentili.com