venerdì 18 ottobre 2019

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

UNA FEDE ALIMENTATA DALLA PREGHIERA

"Il Figlio dell'uomo quando verrà, troverà la fede sulla terra?".
Ancora un discorso sulla fede, una fede ancorata all'amore alla riconoscenza come già ascoltato con la guarigione dei lebbrosi. Una fede che ci accompagna lungo i sentieri della vita. Ma il Signore Gesù ci pone oggi una bella domanda che è posta a discernimento dei nostri cuori, oggi.
L'acclamazione al Vangelo ci dice che il discernimento parte dall'ascolto della Parola. Chiediamoci: quest'ascolto è settimanale, occasionale o tutti i giorni?
Se è settimanale è come vivere un obbligo. Se è occasionale è come occupare uno spazio nell'arco della vita. Mentre se tutti i giorni è vivere un continuo rapporto di comunione con Dio, così come dice san Paolo nella seconda lettura.
Un mezzo per vivere meglio il nostro rapporto con Dio è la preghiera che è un esercizio esteriore della fede. Il Vangelo odierno ci porta un caso di giustizia e il cuore della parabola, attraverso il giudice disonesto e la vedova importuna, è l'insistenza.
Facilmente nei casi particolari demordiamo, come del resto la stessa cosa era per i discepoli del tempo. Allora è importante insistere, pregare senza stancarsi. Santa Teresa d'Avila diceva: «Chiedete a Dio aiuto nel bisogno, sfogatevi con Lui e non lo dimenticate quando siete nella gioia, parlandogli non con formule complicate ma con spontaneità e secondo il bisogno». Anche Gesù l'ha detto di non moltiplicare le parole nella preghiera, perché l'essenza della preghiera è Dio stesso, la preghiera è respirare fortemente Dio.
La parabola ci invita alla speranza e non a segnare i confini ma guardare oltre l'orizzonte dove c'è un Dio che, nonostante tutto ci va storto, ci ama di un Amore senza confini.
Insistere nella preghiera non serve a cambiare il cuore di Dio per ottenere chissà che cosa. Un anziano pregava sempre così: "ti ringrazio mio Dio perché il mondo non va come dico io". L'insistenza è una trasformazione, un diventare noi preghiera vivente.
La preghiera allora si presenta come respiro dell'anima, perché se non fosse così, sarebbe la morte! L'invito di Gesù è quello di lasciare passare insistentemente dalla nostra esistenza questa linfa vitale. Due innamorati dalla loro esistenza fanno passare la linfa del loro amore, respirano. 
Ed io sono innamorato di Dio? Lo respiro?

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!