giovedì 30 gennaio 2020

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE (ANNO A)

DUE MINUTI PER INCONTRARE LA SALVEZZA

Celebriamo questa domenica, IV del Tempo Ordinario, la festa della Presentazione di Gesù al Tempio. "Sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale" e siamo invitati ad andare "incontro al Cristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell'attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria". 
La giornata liturgica nel gergo popolare è conosciuta col nome di candelora, antica festa risalente al V secolo, in cui si benedicevano le candele che avrebbero illuminato le chiese.
Il Vangelo odierno, ci fa contemplare il Signore Gesù che Maria e Giuseppe presentano al tempio “per offrirlo al Signore” (Lc 2,22).
In questo gesto possiamo cogliere l'atto di offerta della Vergine Maria, in particolare la rivelazione del mistero del Figlio della Vergine, il consacrato del Padre, venuto nel mondo per compiere fedelmente la sua volontà (cfr. Eb 10,5-7). Ci guida in quest'incontro lo Spirito Santo. Lo stesso che suscitò il vecchio Simeone a fare l'incontro con il Signore.
Luca inizia dall'osservanza della Legge, dando così un valore positivo a metterla in pratica. Essa era la norma spirituale, sociale, politica, religiosa. L'Evangelista, fin dall'inizio, mette la famiglia di Nazareth allo stesso livello di tutti, non sono esenti da nessuna prescrizione. Qui Gesù viene circonciso secondo le prescrizioni. Dio obbedisce alla Legge di Dio. L'obbedienza è un insegnamento che la famiglia di Nazareth dà a ciascuno di noi, che alle volte basta aver fatto chissà quale esperienza interiore ci ingalluzziamo sentendoci superiori agli altri, cercando di evitare atti devozionali e ritualità. Ma non è così!
Dalla pagina evangelica viene fuori ancora un altro insegnamento. Israele esisteva come popolo solo per il suo legame con la Parola di Dio. Noi cristiani siamo così legati alla Parola di Dio? Ci rapportiamo con la Parola di Dio? La storia del popolo di Israele è storia di come il popolo si è rapportato con la Legge, e come ha vissuto la fedeltà alle prescrizioni del suo Dio. Noi a che punto siamo del nostro cammino?
Come testimone della Parola di Dio abbiamo il vecchio Simeone. Le sue parole indicano che l'attesa si è compiuta. Vede in quel bambino la luce che illumina ogni uomo, la luce delle nazioni.
Certamente il vedere di Simeone era interiore, vedeva questa luce nel suo cuore, nel suo sguardo. La fede cristiana ci invita ad avere un nuovo sguardo che nasce nel cuore, che nasce in due minuti di incontro.
Il vecchio Simeone (insieme ad Anna) ci è di esempio nel cammino fedele a Dio. Una fedeltà che costa una lunga pazienza per poter esplodere in una gioia immensa. Questa gioia è contenuta in quelle parole: "i miei occhi hanno visto la tua salvezza". C'è voluto poco per questo, forse due minuti di incontro e nonostante questo, ci fa intendere che incontrare Dio è fatica, non è un semplice "andare a Messa" (intendiamoci), ma un'apertura degli occhi del cuore. È un cammino interiore, profondo, perché si possa fare l'incontro autentico. Grazie alla consacrazione battesimale noi possiamo realizzare quest'incontro nella Parola, nell'Eucarestia, nel prossimo. La candela accesa e benedetta è segno di tutto questo. Chi la prende, deve essere cosciente di questo simbolo e non riporla nel cassetto!
Occorrono anche per noi due minuti per incontrare la Salvezza. Il Bambino è segno di salvezza e di misericordia per chi, come lui, entrerà nel progetto del Padre. Siamo pronti?
In questo giorno particolare, dedicato alla vita consacrata, preghiamo per quanti della loro vita fanno un dono di sé. Ma preghiamo anche per noi, perché possiamo offrire la nostra vita irradiando quella luce che solo Gesù sa donare.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!