venerdì 6 marzo 2020

II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

Di croce in gloria!

Siamo arrivati alla seconda tappa del cammino verso la Pasqua del Signore che coincide con la domenica della Trasfigurazione.
Il Vangelo della Trasfigurazione, al centro della liturgia domenicale, è un tipico annuncio della Pasqua. Esso invita a riflettere sia sull'aspetto doloroso e sia sull'aspetto luminoso della vita di Gesù. Infatti la nostra vita è sempre avvolta ora dal dolore, ora dalla luce.
Ai chiaro scuri della nostra vita, arriva con prontezza il «non temete!» del Signore. Il cristiano, anche se è sempre bisognoso di sostegno, non è l'uomo pauroso. Il cristiano è uomo di luce: un raggio di sole è racchiuso nel suo cuore. Gesù dice: "voi siete la luce del mondo". Lo dimentichiamo, perché siamo come Pietro, ostinati nelle proprie convinzioni. Siamo come Giacomo e Giovanni che con la nostra superbia siamo capaci di distruggere qualsiasi cosa che contrasta il nostro modo di pensare.
Ecco il tempo di quaresima, tempo propizio per riscoprire il nostro essere cristiani. Tempo propizio per far brillare su noi quella luce e bellezza seppellita dentro di noi. Per questo il Signore ci prende per mano e ci porta a fare esperienza di Lui (trasfigurazione) sul Tabor. È un momento di grazia per i tre discepoli, è un Kairos per tutti noi perché salire sul monte di Dio significa aprirsi a una nuova visione di Dio, aprirsi a nuovi orizzonti, aprirsi alla vita eterna.
In questo monte Gesù, dove vive un intimo rapporto col Padre, si trasfigura. Mentre avviene la metamorfosi, si ha la comparsa di Mosè ed Elia: la Legge e i Profeti cioè la prima rivelazione divina. Una rivelazione che ha accompagnato ogni credente per secoli, e che nel tempo era divenuta vita della propria vita. A questi segni, si aggiunge la voce del Padre.
Non è la prima volta che si ode la voce dall'Alto, già al battesimo di Gesù l'abbiamo udita. Qui abbiamo un richiamo alla regalità del Messia (Sal 2,7), al destino del Servo di Dio (Is 42,1). Se prima i discepoli avevano sentito parlare della via della croce, ora viene svelato loro che la Croce porta alla risurrezione e alla gloria e Pietro fa fatica a comprendere.
Pietro non ha ancora accettato: che la glorificazione del Messia si realizza attraverso la sofferenza. La trasfigurazione, infatti, è la rivelazione del significato profondo che la Croce nasconde. Preferisce continuare a una sorta di estasi prolungata ma è interrotto da una Voce superiore che ci lascia tramortiti ma che ci invita ad ascoltare Gesù, il Figlio amato. Questo tramortimento è il segno indice che c'è bisogno di sbarazzarsi della zavorra che portiamo per poter accogliere, ascoltare la voce del Padre e viverla nella quotidianità.
Anche noi, oggi, non comprendiamo, preferiamo vivere nelle nostre paure e tenerci la zavorra. Per questo il Tabor si presenta sempre per noi, un itinerario spirituale guidato da Gesù in persona per liberarci dai nostri pesi e schemi mentali.
Anche se la Trasfigurazione di Gesù è il preludio della sua Pasqua, della vita eterna, l'itinerario che Gesù fa fare ai discepoli continua ad essere la via della croce. E questo, probabilmente, Pietro non l'ha capito. Gli veniva più facile dire: "è bello stare qui". Troppo comodo! Il Padre invece ribadisce: "Ascoltatelo!".
La trasfigurazione corrisponde alla vita nuova che il battesimo ci conferisce attraverso la croce: un'esistenza pasquale, passata dall'egoismo all'amore, dalla tristezza alla gioia, dall'inquietudine alla pace. Sul nostro volto deve brillare il riflesso del volto del Risorto, che è il volto stesso del Padre.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!






immagine: www.cinematographe.it