mercoledì 10 giugno 2020

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (ANNO A)

EUCARESTIA: DIVENTARE CIÒ CHE RICEVIAMO

Celebriamo la solennità del Corpo e Sangue di Cristo. Una festa i cui simboli, molto semplici, sono i frutti del lavoro: pane e vino.
In questi umili segni è racchiuso tutto l'amore di Dio per noi. Pane e vino sono gli alimenti che sostengono il nostro vivere quotidiano. Gesù che si fa pane e vino, si fa Eucarestia, dona se stesso, ogni giorno, facendosi per tutti alimento per la vita eterna.
Ogni giorno siamo chiamati a vivere quest'esperienza di fede, a lasciarci sfamare, non di manna che porta al fallimento, alla morte ma a lasciarci nutrire dal Signore per costruire la nostra vita spirituale, la nostra vita eterna. 
Come nel Vangelo, questo, ancora oggi, non è facile a capirsi! Infatti, non sempre ci lasciamo nutrire dal Signore. Vogliamo la nostra vita e la vogliamo legarla sempre più ai piaceri della vita. Siamo un po' come gli Ebrei che vagavano nel deserto pensando alla vita in Egitto e a quanto mettevano in pancia. Per questo il loro Esodo si è rivelato un fallimento perché hanno perso il sapore di Dio.
Noi, tutt'oggi, viviamo di questo fallimento, spesso perdiamo il sapore di Dio perché andiamo cercando ciò che ci fa comodo, quanto ci adagia, le cose più saporite della vita che sono di un momento e che conducono alla morte. 
Questa domenica Gesù ci invita a riprendere il gusto di Dio, anzi di Lui stesso: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui". Cristo ancora oggi offre quest'alleanza, offre se stesso all'uomo che sta morendo nella grettezza del consumismo, offre un cibo diverso e una bevanda che disseta in eterno (Gv 4,13-14). Mangiare e bere qui diventano necessità. Sono una condizione irrinunciabile per vivere. Infatti, se nel semplice alimento del pane troviamo la vita, figuriamoci allora in Gesù che è il datore della vita.  
L'evangelista Giovanni aggiunge per noi un verbo particolare per capire: "masticare", cioè la frantumazione del cibo per assimilare. Cosa vuol dire? Nutrirsi della carne e del Sangue di Cristo non è un ritualismo, una devozione, ma un vivere di Lui: è assimilazione di Cristo per continuarlo ad adorare fattivamente nella vita ordinaria, in quell'altare della ferialità dove la vita quotidiana è concreta, profonda, amata e rispettata. S. Agostino dice al nostro cuore: “cristiano, diventa ciò che ricevi!”, cioè fatti uno con Cristo che è offerta e condivisione della vita, e anche tu sperimenterai la gioia di partecipare alla moltiplicazione e alla sovrabbondanza dei doni di Dio.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!





immagine: www.altosannio.it