venerdì 16 ottobre 2020

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

SIAMO DEL SIGNORE

In questa domenica ci ritroviamo in quel grande discorso che Gesù fa' ai farisei e agli erodiani. Quest'ultimi fanno una domanda a Gesù. L'argomento, con trappola ben congegnata, riguarda il tributo a Cesare. 
Perché ben congegnata? Perché la risposta alla domanda conteneva la condanna a morte di Gesù. Quale grande ipocrisia che si scontra con la realtà: tra verità e menzogna!
Chissà se nella nostra vita ci fermiamo a riflettere, se stiamo dalla parte della verità o della menzogna. Se stiamo dalla parte di Gesù o del diavolo.
Oggi Gesù smaschera l'ipocrisia. Essa è una cattiva imitazione e in questo caso di accogliere Cristo nella propria vita. A tal proposito ricorda Kierkegaard: “L’ipocrita si sforza in continuazione di sembrare buono pur essendo cattivo”. Infatti, tutti siamo buoni, tutti siamo vicino a Gesù ma tutti possiamo essere lontani dalla verità, come i farisei e gli erodiani. Essi sono coloro che vivono il mondo della menzogna, anche a costo di uccidere. Del resto l'ipocrisia è una maschera letale per sé e per gli altri.
Il tributo di cui si parla sembra rispecchiare ancora una volta la realtà sociale in cui viviamo: anche se il Covid 19 ha messo in ginocchio l'economia, il problema denaro è sempre attuale e riguarda tutti, nessuno escluso.
Certo non stiamo a guardare in questo momento "l'Agenzia delle entrate", l'argomento va oltre. E credo che Gesù abbia fatto la stessa cosa, giocando sulla scritta della moneta romana: "Divo Caesari", fa' un discorso ben separato da quello terreno: "restituite a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio".
Parole che ci fanno riflettere. Chissà se ci pensiamo che la nostra vita va restituita, se abbiamo un debito in sospeso: verso i genitori, parenti, amici, insegnanti. Coloro che ci hanno dato qualcosa per crescere nella fedeltà ai valori, per crescere nella fede, nella società. Forse non ci pensiamo a tutto questo perché siamo tra quelli che pensano che tutto è dovuto e magari trattiamo ogni cosa con rabbia. Siamo chiamati a restituire i valori assunti: nella correzione, nel richiamo della coscienza e il dovere di giustizia.
Qui è anche da chiedersi se le lotte politiche che si fanno sono vissute in base ai valori. Diversamente, correzione, richiamo della coscienza, dovere di giustizia sono tutte optional. Tutto qui? No. Ci sta l'altra faccia della medaglia: Dio. Sì, Dio. "Se Cesare reclama la propria immagine impressa sulla moneta, non esigerà Dio dall’uomo l’immagine divina scolpita in lui?" (Sant'Agostino).
Oggi più che mai ci stiamo divertendo a prendere in giro Dio attraverso i suoi ministri, attraverso i sacramenti. Pensiamo di stare vicino a Gesù, di stare dalla parte della verità, ma anche qui siamo ipocriti: siamo dalla parte della menzogna. Eppure, tutti apparteniamo a Dio. Il Battesimo che abbiamo ricevuto ce lo ricorda. Un giorno la nostra vita ritornerà a Lui. "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito", disse Gesù sulla croce. Parole che preghiamo, ogni sera, con la Liturgia delle Ore a Compieta.
Allora cosa rendere a Dio? La Messa? Per quel poco che stiamo in chiesa con il cronometro puntato? Credo proprio di no!!!
Il cristiano è colui che rende la propria esistenza a Dio e non una parte della vita. È una persona capace, fino al suo ultimo respiro, di fare una oblazione gradita a Dio,  così come fece Gesù, sulla croce: "ed emise lo spirito".
Come cristiani, facciamo cadere quella maschera che opacizza la nostra anima, la imprigiona e ci rende infelici. Lasciamo che Dio sia Dio nella nostra vita e camminiamo con Cristo Gesù, per far conoscere agli altri la bellezza del Vangelo che dona la vita.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!





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