mercoledì 4 novembre 2020

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

 ALIMENTARE LA LAMPADA DELLA FEDE

Siamo alla XXXII Domenica del Tempo Ordinario e la liturgia ci fa già pregustare la chiusura di questo ciclo liturgico per poter iniziarne, con l'Avvento, uno nuovo. Infatti, il brano evangelico ci richiama all'attesa, all'incontro con lo sposo. Ed è la parabola della vita, una vita che si presenta come un fidanzamento, si presenta come desiderio per andare incontro allo sposo.
In questo tempo di pandemia, quello che desideriamo è che tutto finisca e che si ritorni alla normalità. Non è una questione di resistenza, ma un vivere attraverso delle regole. Forse è il caso di chiederci se per noi sono importanti le regole, forse è il caso di capire se le avessimo veramente osservate ci sarebbe l'ennesimo dpcm... forse... 
Tornando al Vangelo troviamo delle ragazze sagge e delle ragazze stolte. Sono dieci, quasi a indicare una comunità. E sono in attesa dell'arrivo dello sposo. All'arrivo dello sposo, tutti gli vanno incontro con le loro lampade ad olio.
Nella Bibbia l'olio occupa un posto di primo piano: oltre ad essere un prodotto alimentare è segno di preziosità e prosperità. È sinonimo di forza e di potenza, ma è simbolo dell'amore e della carità di Dio.
Ora, possiamo dire che in qualche maniera, ogni cristiano va incontro allo sposo, a Cristo, ma bisogna vedere come gli va incontro. Bisogna vedere se la propria vita è ricca di Dio, del Suo amore, della Sua carità.
Oggi più che mai siamo trasgressori, ci piace sempre più esserlo ma quando ci voltiamo verso Dio sembra che ci stiamo arrampicando sugli specchi, dimentichiamo che qualcosa ci manca, ci manca quell'olio necessario per continuare una relazione d'amore con Dio.
Osservando quanto accade nella parabola e trasportandola ai nostri giorni, forse alla scelta delle vergini sagge avremmo reagito così: "beh, potevano farlo a che serve la condivisione?". E invece no! Il Signore a tutti ha donato il suo olio e tutti siamo chiamati ad usarlo e non a usare l'olio dell'altro. Tutti abbiamo quella capacità di farlo. L'incontro con lo sposo deve essere una unzione piena e duratura: è un uscire per un abbracciare.
Ecco il bilancio amaro descritto dall'Evangelista, il covid religioso di coloro che sono stolti, di quanti non ascoltano, di quanti continuano ad arrampicarsi. Lo sposo dirà loro: "non vi conosco". E aggiunge un imperativo: "vigilate!".
Vegliare è una continua esortazione di fondo che troviamo nel Vangelo, perché è un atteggiamento da assumere nella vita cristiana e non una minaccia che possiamo trovare davanti al nostro cammino. La veglia è un tempo faticoso perché ha bisogno di quella giusta vigilanza perché tutto possa procedere bene.
Penso che se prima le vergini sagge invitarono le altre vergini a procurarsi dell'olio, questo imperativo anche se è per le stolte è destinato a tutti perché per seguire moda o altra concupiscenza tutti, senza distinzione, mettiamo il tutto in pericolo. E non si può usare quella frase assuefatta: "ma che male c'è?... lo fanno tutti!". 
No, cari miei! La nostra vita ha bisogno di quel continuo discernimento che manca per una presa di posizione, per una vita piena.
C'è bisogno di una vigilanza non sospettosa, ma umile e buona, che sa trarre motivo di esame di coscienza e stimolo per iniziative fruttuose. San Paolo insegna: "Esaminate ogni cosa e ritenete ciò che è buono".
Ecco la necessità di alimentare la lampada della fede. Di avere sempre con se olio, Cristo, mettendolo al centro della nostra vita e delle nostre scelte, rinnovandogli ogni giorno il nostro sì, nella diversità delle situazioni che compongono la nostra quotidianità.
Non dimentichiamo che l'esperienza cristiana è esperienza d'amore. Ricerchiamo allora l'intelligenza perfetta (cfr. prima lettura) che viene dalla sapienza di Dio. Lasciamoci illuminare dalla luce del Risorto, quella stessa luce che alimenta la nostra fede fino all'incontro finale per un eterno abbraccio e sarà festa senza fine.

Buona domenica nel Signore a tutti voi!

 


immagine: https://www.radioromalibera.org/