giovedì 17 dicembre 2020

IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

NEL "SÌ" DI MARIA, IL NOSTRO "SÌ"


Domenica scorsa abbiamo celebrato la «domenica della gioia», che ci faceva già pregustare il Natale del Signore. Ed eccoci a questa domenica che precede il Natale, all'ultima tappa del cammino di Avvento e in qualche modo, questa stessa gioia continua, anche se davanti abbiamo un Natale un po' strano, diverso dal solito, con le sue restrizioni. Un Natale però che, al di là delle restrizioni, sembra voglia evidenziare qualcosa: l'essenziale. 
Pensare al Natale del Signore è pensare, infatti, all'essenziale. Dio desidera incarnarsi, piantare la sua tenda in mezzo a noi e cerca l'essenziale: ha bisogno di un padre e di una madre, chiede dei cuori e dei corpi disponibili, chiede un "sì". 
In mezzo a tanta gente, ci sta Maria con il suo "sì". Ella è un'adolescente che all'improvviso ascolta le parole dell'Angelo del Signore: "gioisci", "rallegrati", "sei graziata da Dio", "amata da Dio". Questa Parola è un'esplosione di gioia, ma che spiazza la giovane nazaretana; occorre un discernimento, occorre capire, occorre fidarsi, occorre affidarsi.
Tutta la liturgia della Parola ci fa fare questo discernimento mostrandoci il grande sogno di Dio: costruire la sua casa in mezzo a noi, come Dio prepara il nuovo tempio per ciascuno di noi. È la casa che dà a ciascuno di noi perché possiamo tessere relazioni con Lui.
L'evangelista Luca ci presenta la Vergine Maria in quell'atteggiamento relazionale. Ella fa un dialogo interiore, un cammino di riflessione per capire il senso della Parola udita. Un atteggiamento che la distingueva dalle altre persone e che Luca sottolinea altre volte: «Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19.51). Quello che per gli altri era motivo di stupore (cfr. Lc 2,18: i pastori; Lc 2,47: i dottori della legge) per lei era oggetto di meditazione.
In Maria fede e ascolto sono il terreno in cui matura il suo "sì", la sua risposta: «Ecco sono la schiava del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». 
Grande la relazione di questa giovane donna, che con un "sì" aderisce con il cuore e con il corpo perché la Parola possa incarnarsi in lei, accogliendo nel suo grembo il "santo", il Figlio di Dio.  
Ancora dopo millenni, si rinnova questo progetto di Dio per noi e Dio chiede ancora oggi, a ciascuno di noi il proprio "sì". Sembra, però, che ci sia una sorta di resistenza, una lentezza ad accoglierlo, quasi una paura "della sua novità". Dio però non è la novità racchiusa in un dpcm che spesso ci incute ansia, tristezza, paura e in certi casi fallimento. 
Dio vuole stabilire un patto con me, vuole entrare nella mia storia, nella mia vita così come ogni giorno la vivo. Si è servito di una giovane ragazza per bussare alla porta del cuore, perché sul suo esempio, anche noi potessimo trovare in Dio la nostra casa, la nostra eredità. Perché anche nella nostra vita, con il nostro "sì", Dio si possa incarnare.
Siano allora questi ultimi giorni, tempi per disporci interiormente, tempi per dire il nostro "sì", per accogliere Dio nella nostra casa, nella nostra vita di tutti i giorni.

Buona Domenica nel Signore a tutti voi!






immagine: https://commons.wikimedia.org/