lunedì 4 gennaio 2021

EPIFANIA DEL SIGNORE (ANNO B)

LA NOSTRA FEDE TRA LUCE E OMBRA

Celebriamo l'Epifania del Signore, cioè la sua manifestazione a tutti. Già il giorno di Natale è una manifestazione di Dio, come pure, domenica prossima, la celebrazione del battesimo del Signore.
Dell'Epifania, per i nostri bambini, è rimasta ancora nell'aria la festa dei cioccolatini o qualsivoglia di regali in contrasto con il carbone. 
Per i cristiani, adulti nella fede, è la festa dei cuori rinnovati, dei cuori che hanno incontrato il Signore e lo hanno seguito. Infatti, l'Epifania è il giorno in cui ci muoviamo verso Cristo, per fare con Lui un cammino particolare. 
Tutti siamo invitati a percorrere questo cammino, tutti invitati a questa festa, non è riservata, perché l'Epifania è per tutti. Questo perché il Vangelo è per tutti e non riservato ad una cerchia di persone se no non sarebbe Vangelo. Non ci sarebbe la Lieta Notizia, una novità per il mondo, ma solo un mondo fiscale che stabilisce se sei dentro o fuori, un mondo di regole come quelle a causa della pandemia.
Abbiamo detto che il Vangelo è destinato a tutti. Infatti, questa universalità è identificata dalle persone pagane venute da lontano per adorare Gesù, classificati come magi, astrologi. Queste persone ci rappresentano ogni qualvolta, che come loro, ci disponiamo desideriamo metterci alla ricerca di Dio.
La Manifestazione del Signore o la sua Epifania, se preferite, è una festa straordinaria che annuncia ancora una volta che quel Bimbo di Betlemme non è un tesoro privato di Israele - popolo della promessa - ma è per tutti i popoli della terra, per tutti noi, così come abbiamo pregato durante il Salmo responsoriale della Messa. Proprio nella sua adorazione inizia la festa: essa è l’inizio di un cammino che parte da un incontro rinnovato, un incontro che si fa desiderio di incontrarlo, perché Lui è per tutti e non basta essere dei “praticanti” per incontrarlo. 
Nel Vangelo di Matteo, notiamo la differenza che usa l'evangelista nel cammino della fede tra luce ed ombra, tra i Magi ed Erode. Da una parte abbiamo la luce che i Magi accolgono e seguono; dall’altra le tenebre in cui rimane immerso l’ansioso ed orgoglioso Erode insieme agli scribi e ai farisei.
Questa luce domina sul Vangelo odierno. Questa luce domina sulla nostra esistenza. Questa luce è Gesù da cui uscirà quel monito che arriverà a tutti: “Il Regno di Dio è vicino: convertitevi”.
Questa luce, se è accolta, ci farà uscire dalle proprie abitudini, dalle opinioni correnti, per discernere i segni del Regno già presente in noi. 
Allora, apriamo le porte del nostro cuore per lasciare entrare la luce di Dio. La grande Epifania è seguita dalle molteplici epifanie della nostra vita, dalle diverse manifestazioni del Signore, che vanno dalla guarigione spirituale al riconoscimento della presenza, in ogni sacramento.  
Domenica scorsa, nel prologo giovanneo abbiamo ascoltato l'arrivo di Gesù, luce che illumina ogni uomo.
In questa pagina evangelica Gesù si rivela quel “sole dall'Alto” venuto a illuminare le nostre tenebre: quella “Luce divina” tanto superiore alle nostre oscurità, ma che si manifesta nel suo cuore umanissimo che si china sulle nostre ferite e avverte il grido di ogni dolore.
Penso che in questa pagina ognuno, dalle stesse parole del profeta Isaia, potrebbe trovare un invito per la propria vita:  “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua Luce, la Gloria del Signore brilla su di te. Poiché ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli, ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare a te” (Is 60,1-6). 
Se vogliamo metterci in cammino dobbiamo destarci dal nostro torpore che ci riempie di sicurezza. Il viaggio dei magi parte e si conclude: da una gioia dei palazzi alla gioia di una mangiatoia, dall’osservare le stelle all’adorazione di Dio in una stalla.
Il loro viaggio è stato desiderio, ricerca di Dio. Impariamo anche noi a desiderare Dio. Il Salmista prega dicendo che fin dall’aurora cerca Dio, che di Dio ha sete la sua anima e noi, di cosa abbiamo sete? Cosa cerchiamo? Chi adoriamo?
Forse abbiamo ancora paura di metterci in viaggio. Forse, in ognuno di noi ci sta quell’Erode. È il caso di interrogarci per capire che tipo di cristiani siamo. Facciamo delle pratiche religiose o recita di preghiere devozionali. Andiamo ogni domenica a Messa. Seguiamo delle catechesi o corsi teologici, tutto questo però non basta per dirci uomini e donne di fede. Una cosa è fare i cristiani, altra è essere cristiani! 
L’accoglienza di Gesù nella nostra vita esige un sì, una partenza, un desiderio, una ricerca, un annuncio. Esige un’attenzione all’altro.
Come i Magi, alziamo lo sguardo a Cristo nostra stella. Scopriamone il percorso, scopriamone il Volto. Usciamo dagli schemi personali o tradizionali puntando lo sguardo oltre l'orizzonte. 
La cosa più importante che i magi tengono tra le mani, non è oro, incenso e mirra ma il loro niente, loro stessi.
Come i Magi, entriamo in casa cioè in quel mistero del Bambino insieme a Maria e Giuseppe per contemplarne la piccolezza da vivere e non uccidere.
Dio ha un sogno... non facciamo l'Erode di turno che col disprezzo distrugge i sogni del cuore. 
Lasciamo che il Bambino di Betlemme riempia il cuore di quella gioia che solo Lui sa donare e che nessuno può distruggere! 
Impariamo dai magi ad essere uomini e donne liberi da ogni inganno, capaci di trovare nuove strade, e con gioia annunciamo la vita eterna, quella che è presso il Padre e che si è manifestata a noi (1Gv 1,1-2).

Buona Epifania del Signore a tutti voi!






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