CON GESÙ NEL DESERTO DELLA VITA
Con il Mercoledì delle Ceneri abbiamo dato inizio alla Quaresima, un itinerario di purificazione e preghiera, un itinerario per rispolverare le virtù teologali, per celebrare la Pasqua del Signore in tutta la sua bellezza. Sarà un tempo di vivificazione, di accoglienza del mistero salvifico. Lo facciamo con Marco, un vangelo piuttosto breve ma che raccoglie in sintesi la vita di Gesù.
Questa domenica inizieremo, come al solito, proprio dalle tentazioni di Gesù. L’evangelista Marco non le presenta come Matteo e Luca, Egli le racconta durante l'estensione del Vangelo, durante la vita stessa di Gesù. Egli ama dare solo l'essenziale ricollegandosi al Battesimo, parla dello stesso Spirito di Dio che lo spinse nel deserto per essere tentato da Satana.
Marco parte da una esigenza: “Gesù è sospinto nel deserto”.
Gesù è spinto dallo Spirito Santo. Sembra che questo tempo sia tempo dello Spirito Santo, quasi come una pentecoste. Ma in che senso? La Quaresima è un tempo per fermarci per dare spazio all’assoluto: anche noi siamo sospinti, con Gesù, nel deserto
Il deserto è il luogo dell’essenziale, dove per mezzo dello Spirito Santo possiamo ricevere quella luce per riprogrammare il cammino, partendo dall’ascolto della Parola e iniziare a dare senso a tutto.
Entrare nel deserto diventa allora è una scelta in preparazione alla Pasqua, per vivere una perfezione spirituale.
Ma perché le tentazioni? Le tentazioni presentate nel Vangelo non sono un fatto storico, ma un riconoscere che la nostra vita è divisa tra due amori e che spesso, non sappiamo scegliere o scegliamo il male: restiamo inerti, restiamo come dei zombie.
Scegliere il male diventa per tutti una mentalità chiusa nel proprio io, non aperta alla vita, non aperta all'amore, non aperta alla novità dell'Evangelo: ecco il deserto. Ma è proprio il deserto che dobbiamo far fiorire.
La tentazione alla nostra vita è necessaria, ci aiuta a crescere, ci aiuta ad andare oltre. Infatti, Cristo, nelle nostre cadute, nelle nostre tentazioni, non vede semplicemente un fatto a se stante ma una chance: una possibilità di risorgere.
In questo modo la Quaresima si presenta come un agonismo spirituale, di lotta spirituale, secondo la quale siamo chiamati ad affrontare il Maligno, ad affrontare le tentazioni varie della vita fortificandoci con la preghiera per essere capaci, con la forza dello Spirito Santo, di vincerlo.
La pericope ci presenta anche un altro tempo della vita di Gesù. Egli uscendo dal deserto, inizia a predicare per la Galilea, cioè va nelle situazioni della vita invitando a cambiare mentalità su Dio su se stessi e sugli altri. Poi invita a credere al Vangelo, a quella buona notizia per tutti e non riservata a qualcuno. Questo particolare ci dice che nella vita bisogna anche agire, bisogna dare una svolta: il tempo è compiuto. Occorre accogliere il Regno di Dio, accogliere il Vangelo nella sua interezza, riscoprendosi figli amati da Dio.
Intraprendiamo, allora, il viaggio quaresimale. Certo tutto questo non possiamo viverlo in quei quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo, occorre una vita. Ecco qui il simbolismo dei quaranta giorni, un tempo abbastanza ampio, un tempo per un impegno gioioso, serio, per spogliarci del nostro egoismo, per rinnovarci interiormente e ritrovare quella grazia, quella felicità in Dio datore di ogni dono.
Allora quel “convertitevi e credete al vangelo” che abbiamo accolto il Mercoledì delle Ceneri, si rinnova ancora una volta questa domenica e in ogni giorno dell'anno, per accogliere e vivere meglio la bellezza dell'amore gratuito di Dio.
Buona Domenica nel Signore a tutti voi!