giovedì 22 aprile 2021

IV DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

 APRIRSI  ALLA BELLEZZA DELL'AMORE


Ogni anno, con la quarta domenica di Pasqua, celebriamo e proclamiamo Gesù Buon Pastore. In realtà, sulle labbra di Gesù, l’aggettivo usato non è “buono” ma “bello”.
Di quale bellezza parliamo? La bellezza del pastore non risiede nel suo aspetto esteriore, ma nel suo fascino interiore, nella sua forza di attrazione, nel suo coraggio e nella sua generosità.
Gesù è il Pastore bello che depone la propria vita, cioè la offre volontariamente con consapevolezza e libertà.
L’evangelista Giovanni ci presenta insieme al Pastore bello, la figura del mercenario. Subito una domanda di fondo può aiutarci a riflettere sulla nostra identità cristiana: nelle relazioni con Dio e con gli altri siamo pastori o mercenari?
Gesù si presenta pastore, cioè colui che guida, nutre, cura, protegge, dona la vita per le pecore (per ognuno di noi): importa di me, di te, di tutti noi. Il mercenario invece fa le cose per i soldi: a lui non interessa il bene degli altri, ma solo il proprio tornaconto; nelle cose ci sta fino a che gli conviene (e questo riguarda anche coloro che si vantano di quanto fanno vivendo nella falsità, tenendo di più alla loro immagine; anche questi sono mercenari!). Il buon pastore invece è Colui che agisce nella gratuità, che insegna il senso profondo della vita, che ama e arriva a dare la sua vita per gli altri.
Abbiamo bisogno di ripulire l’immagine che abbiamo di Dio. Il Signore non impone nulla nella vita ma te lo propone per una crescita spirituale e per una vita vera.
Nel Vangelo Gesù dice: conosco le mie pecore così come il Padre conosce me e io conosco il Padre.
Il verbo conoscere, riportato nel brano, è molto bello e significativo. C’è una conoscenza che vuol dire amore; conoscenza e amore reciproco tra il Pastore Gesù e ciascuno di noi e non come un gregge, siamo tutti singolarmente amati e conosciuti. «Dio ama ciascuno come fosse l'unico», dice sant'Agostino. Il Signore conosce la nostra vita, la nostra realtà, sa di cosa abbiamo bisogno, sa tutto di noi: le nostre gioie e le nostre fatiche, i nostri sogni e i nostri limiti. È capace di camminare secondo i nostri ritmi di vita, però è esigente quando diventiamo tachicardici, lenti di cuore e questo solo per amore. Gesù è il pastore bello che dà la vita per noi perché siamo suoi: Egli ci ha comprato a caro prezzo, riscattandoci con il suo sangue.
Diversamente il falso pastore, il mercenario, non conosce e non espone la sua vita a rischio. Egli conosce e guarda solo se stesso, conosce i suoi interessi, è chiuso in se stesso: non crea e custodisce legami, non sente il peso della responsabilità. Di fronte al nemico, cioè il diavolo, scappa e abbandona le pecore al loro destino, in preda al lupo.
Oggi siamo chiamati ad aprirci alla bellezza dell'amore del buon pastore. Apriamogli il nostro cuore e lasciamoci inondare dal suo amore. Stiamo ancora vivendo il messaggio pasquale, Gesù risorto passa dalle nostre vite e dona il suo santo Spirito, continua a donarsi per amore: questo è il suo potere!
Nel suo messaggio d’amore non fa preferenza di persone, perché il suo amore non può essere rinchiuso in un recinto. Quindi invita quanti vogliono seguirlo a prendere coscienza della propria esistenza perché la loro vita diventi un dono d'amore. La vita trova la sua bontà e bellezza solo nella misura in cui siamo dono per l'altro.
Ricordiamoci che a Dio importa di me anche quando ci sembra il contrario. Occorre maturare nella fede per rispondere pienamente all’amore di Dio, per crescere nella conoscenza di Cristo Gesù Parola eterna del Padre. Il mondo odierno ha un complesso di ostacoli: trasformazione della società, famiglia oggi, i giovani oggi, etc. Il cristiano è chiamato a vivere questi ostacoli come sfide.
Forse in questa sfida ci sentiremo soli. Gesù si è sentito solo ma avuto quella capacità di essere dono per l'altro senza puntare il dito su nessuno.
Tutti siamo chiamati a fare esperienza del pastore buono a prescindere dalla nostra vita, perché lo Spirito soffia dove vuole. Il mondo ha bisogno della freschezza del Vangelo. «Il Signore desidera plasmare cuori di padri, cuore di madri: cuori aperti capaci di grandi slanci, generosi nel donarsi, compassionevoli nel consolare le angosce e saldi per rafforzare le speranze» (Francesco, dal Messaggio per la 58a giornata mondiale di preghiera per le vocazioni).
Celebrare la Domenica del Buon Pastore significa vivere l'amore salvante del Cristo, un amore che conquista i cuori per condurli al cuore di Dio: per condurli alla vita eterna.
Questa domenica è dedicata alla giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Il Papa nel suo messaggio invita a meditare, attraverso la vita di san Giuseppe, sul significato delle vocazioni che non sono altro che un «dare e generare vita nella quotidianità». Per vivere la propria vocazione nella quotidianità, bisogna imparare ad entrare nel sogno di Dio, per dare senso alla propria vita, per capire e pregare per la propria vocazione ma anche per la vocazione degli altri, per coloro che si preparano al sacerdozio e alla vita consacrata, per i missionari. Abbiamo bisogno di battezzati santi, di uomini e donne che non vivono in un angolo della casa ma che fanno germogliare la vita e che della vita ne facciano un giardino fiorito. «San Giuseppe, custode delle vocazioni, vi accompagni con cuore di padre!».

Buona domenica nel Signore a tutti voi!


 


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